(L-R): Falcon/Sam Wilson (Anthony Mackie) and Winter Soldier/Bucky Barnes (Sebastian Stan) in Marvel Studios' THE FALCON AND THE WINTER SOLDIER exclusively on Disney+. Photo by Chuck Zlotnick. ©Marvel Studios 2020. All Rights Reserved.

Falcon e Winter Soldier, team di supereroi in crisi

”Abbiamo bisogno di nuovi eroi , che siano in sintonia con i tempi che viviamo. I simboli non sono nulla senza gli uomini e le donne che gli danno significato”.

Parola di Sam Wilson, alias Falcon, primo supereroe afroamericano apparso nell’universo fumettistico di Stan Lee, alleato e amico fraterno di Captain America, ora protagonista con un altro storico compagno ‘d’armi’ del supereroe a stelle e strisce, Bucky Barnes/Winter Soldier in The Falcon and The Winter Soldier, nuova miniserie Marvel in sei puntate al debutto dal 19 marzo su Disney+. Protagonisti i due interpreti dei supereroi già nei film del Marvel cinematic Universe, Anthony Mackie (Falcon) e Sebastian Stan (Winter Soldier). Nel cast, fra gli altri, anche Wyatt Russell, Emily VanCamp e Daniel Bruhl. Non mancheranno comunque cameo e sorprese.

Il trailer 

 “Questa è la seconda nostra serie per Disney+ che esce (dopo Wandavision) ma la prima su cui avevamo iniziato a lavorare – spiega Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios -. Volevamo dimostrare che anche trattandosi di tv il progetto poteva essere grandioso (quanto un film) e ci abbiamo lavorato altrettanto duramente mettendoci tutto il nostro sangue, sudore e lacrime”. Il racconto riparte dal ritratto dei due supereroi in un periodo di crisi e alle prese con problemi personali e d’identità. Sam Wilson (che era stato parte della metà dell’umanità prima cancellata’ da Thanos, e poi ritornata a vivere) non si sente all’altezza dell’onore di aver ereditato lo scudo di Captain America, affidatogli da Steve Rogers alla fine di Avengers. Endgame. Bucky Barnes invece cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita facendo ammenda (a suo modo) per gli ‘errori’ passati. Da sempre diffidenti l’uno verso l’altro, nonostante avessero avuto il miglior amico in comune, Falcon e Winter Soldier, accettano di unirsi per combattere insieme una nuova minaccia, i Flagsmasher (Spezzabandiera).

Una missione che li porta, spiegano gli autori (il creatore è Malcolm Spellman), in una dinamica simile a quella dei buddy cop movie (film su personaggi spesso in contrasto portati a collaborare per combattere il crimine, da Arma letale a Bad boys, ndr) spiega la regista Kari Scogland, già dietro la macchina da presa per serie come The loudest voice sul caso Roger Ailes e The Handmaid’s tale: “Ho approcciato il progetto lavorandoci come fosse un film di sei ore” – sottolinea -. Se un film di due ore si può considerare come “uno snack”, una miniserie “è da considerare come un pasto completo, ti porta a conoscere a fondo questi personaggi”. D’accordo con lei Anthony Mackie: “Falcon è da sempre un personaggio in evoluzione – spiega -. L’opportunità di approfondire il suo background, conoscere la sua famiglia, i luoghi da cui viene, ne migliora la comprensione nei confronti del pubblico”. Fra i temi affrontati nel racconto anche la sindrome da stress postraumatico, che affrontano i personaggi, dopo aver vissuto i fatti di Infinity war ed Endgame: “La Ptsd è un’esperienza che entrambi condividono come uomini e soldati – racconta Sebastian Stan -. E’ una delle cose che li unisce, c’è fra loro una sorta di codice d’onore. Anche se sono molto differenti e hanno idee e opinioni diverse sulle cose, nutrono un rispetto reciproco”.

Feige sottolinea come serie e film Marvel continueranno ad essere correlati e ad avere continui rimandi: “Bucky e Sam sono essenziali nel Mcu e il modo in cui cambiano ed evolvono o quello che affrontano potrebbe e dovrebbe avere un grande impatto sul Marvel Cinematic Universe”. Mentre ancora non rivela se ci sarà una seconda stagione di Falcon and the Winter soldier (“abbiamo delle idee…”) Feige ricorda anche quanto sia esteso l’impegno della Marvel per Disney+: “Stiamo lavorando contemporaneamente da vari anni su più di 10 serie, nel percorso per portare i fans in luoghi (di racconto, ndr) inesplorati”. Il successo di WandaVision “ha rafforzato in tutti noi la convinzione che stiamo percorrendo la strada giusta”.

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