Tre imprenditori sono stati arrestati dalla guardia di finanza, nell’ambito di una inchiesta della procura di Torino, per reati connessi a fallimenti per oltre 40 milioni di euro. Una cinquantina i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria impegnati nell’operazione ‘Icaro’, che ha portato le fiamme gialle ad effettuare numerose perquisizioni tra Torino, Forte dei Marmi, La Spezia, Massa Carrara, Milano, Pescara e Roma. Al centro dell’inchiesta, tre societa’ collegate tra loro, tutte operanti nella stampa di quotidiani e settimanali di importanza nazionale. Gli imprenditori, secondo l’accusa, avrebbero realizzato una riorganizzazione degli assetti societari finalizzata ad accentrare tutta la crisi su una societa’, quindi svuotato dei beni le societa’ collegate, gia’ fortemente indebitate, lasciandole prive di prospettive e con patrimoni netti negativi e ritardando il momento di emersione della crisi.
Le irregolarita’ commesse sono risultate tali da non consentire ad una primaria societa’ di revisione di attestare i bilanci, in quanto ritenuti non redatti con chiarezza, non rappresentanti in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico e, ancora, compilati nel presupposto di continuita’ aziendale pur in presenza di rilevanti incertezze in ordine alla possibilita’ di prosecuzione imprenditoriale. Gli indagati, piuttosto che avviare le procedure di fallimento, avrebbero aggravato il dissesto, proponendo al Tribunale di Torino istanza di ammissione alla procedura del concordato preventivo e indicando nel piano concordatario, quali asset utili a soddisfare i creditori, un immobile – risultato poi gravato da ipoteca – e delle fideiussioni inesigibili, rilasciate da una societa’ non autorizzata a tale attivita’. Nell’indagine sono coinvolti anche noti professionisti, che avrebbero reso pareri e assistito gli indagati nella predisposizione dei piani di ristrutturazione aziendale e di ammissione a procedure concordatarie. Ad uno di questi, tra l’altro, e’ stato notificato anche l’avviso di conclusione indagini relative ad ulteriori reati fallimentari commessi, secondo l’accusa, con il medesimo modus operandi, nell’ambito di un diverso fallimento, oggetto di separate investigazioni.