‘Family day’ a Roma a fine gennaio contro unioni civili e adozioni gay

Mentre in Parlamento la maggioranza si accapiglia sulla legge che dovrebbe dare il via alle unioni civili tra omosessuali e alla step child adoption, torna in campo il fronte che lotta per la difesa della famiglia tradizionale, con il lancio di una grande manifestazione nazionale in programma il prossimo 30 gennaio a Roma.  La strada che porterà al voto in Senato sulle Unioni Civili non mancherà di riservare polemiche e sorprese sugli opposti fronti. La Conferenza Episcopale Italiana, per voce del Cardinale Bagnasco, ha sottolineato la propria posizione contro il Ddl Cirinnà, affermando a chiari note che ‘nessun’altra istituzione deve oscurare la realtà della famiglia’, dando così pieno sostegno all’annunciato Family Day, in programma, come dicevamo, il prossimo 30 gennaio a Roma, che pare proprio rievocare la posizione oltranzista assunta dal Cardinale Ruini nel 2007 ai tempi del governo Prodi. La storia si ripete, come insegnava il filosofo e giurista Giambattista Vico e tocca ora al governo Renzi  superare l’ostacolo della Chiesa. Il promotore del comitato ‘Difendiamo i nostri figli’, Massimo Gandolfini, lascia intendere che ci sarà, infatti, un importante sostegno dei vescovi diocesiani al Family Day. Le associazioni LGBTI sono sul piede di guerra per rivendicare i propri diritti, in attesa della battaglia parlamentare tra sostenitori e oppositori che, si giocherà, soprattutto, con i voti segreti in Aula. Lanciare un family day contro la proposta di legge sulle unioni civili, afferma il presidente Mario Marco Canale dell’Associazione Nazionale ‘Anddos’,  è un vero e proprio contro senso: ‘Non permetteremo che questa bieca speculazione che mira a soffiare sul fuoco dello scontro ideologico abbia seguito, perché non esiste nessuna contrapposizione tra la famiglia eterosessuale e le rivendicazioni di chi si batte per il pluralismo delle realtà familiari e l’uguaglianza dei diritti. Possiamo affermare con certezza che i veri credenti hanno a cuore tanto quanto noi la laicità dello Stato, perchè la distinzione tra potere politico e potere religioso è quel valore universale che consente oggi alle nostre società di evitare le stragi dell’integralismo. Per questo motivo, riteniamo un grosso errore quello dei vescovi italiani di aver scelto il terreno delle unioni civili per rivendicare l’importanza dei valori della famiglia cattolica, e riteniamo ancora più subdolo provare a strumentalizzare i bambini inquinando il dibattito con il tema della gestazione per altri. Il cardinal Bagnasco dovrebbe ricordare che questa pratica non è oggetto di questa legge e che nell’80% dei casi sono proprio le famiglie tradizionali eterosessuali a ricorrervi. Come mai ci si pensa solo ora? Per questo e per molti altri motivi, siamo certi che la maggior parte dei cattolici non seguirà questa volta i vescovi italiani’. Il comitato ‘Difendiamo i nostri figli’ è, invece, tra i promotori dell’evento per contrastare il ddl Cirinnà sulle unioni civili. ‘Sarà una marcia e si terrà a Roma, ma il percorso è ancora da definire’, riferisce il portavoce del comitato, Massimo Gandolfini. Si tratta dello stesso comitato che organizzò a giugno 2015 il family day a Piazza San Giovanni, a Roma. Questa volta si tratterebbe di una marcia nella quale verrebbe dato più spazio alla partecipazione ai canti, con meno interventi dal palco, nel luogo di dove si concluderà la manifestazione. Saranno coinvolti movimenti cattolici, di altre religioni, e tutte le associazioni che operano sul fronte della famiglia. Il pericolo più grande è quello di vedere negato il diritto di ogni bambino ad avere un vero papà e una vera mamma, afferma deciso Marco Griffini, presidente di Aibi, associazione che si occupa di adozioni, intervenendo contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili e annuncia che le famiglie adottive e affidatarie saranno in piazza al fianco dei comitati in difesa della famiglie in occasione del Family Day. Il ddl Cirinnà, argomenta Griffini, prevede l’introduzione della stepchild adoption, che comporterebbe la possibilità per un componente di una coppia, anche omosessuale, di adottare il figlio del partner: ‘Sarebbe il via libera all’adozione gay e al ricorso sempre più diffuso alla disumana pratica dell’utero in affitto. Tutte cose che trasformerebbero il corpo delle donne e gli stessi bambini sempre più in una merce, dimenticando che il diritto di avere un figlio a ogni costo non esiste, mentre esiste, ed è sacrosanto, il diritto di ogni minore ad avere un papà e una mamma’. Secondo i presidente di Aibi l’eventuale approvazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili verrebbe incontro alle necessità di un numero molto limitato di persone, mentre ben poco si fa, a livello politico e legislativo, per sostenere la famiglia.

Cocis

 

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