Farmaci: Aifa, aumenta consumo antipsicotici, effetto Covid

In crescita nel 2020 il consumo di farmaci antidepressivi e antipsicotici, un dato spiegabile anche con l’effetto Covid. Lo rileva l’Aifa nel rapporto annuale Osmed sul consumo di farmaci in Italia. In particolare gli antipsicotici hanno visto un aumento importante, oltre il 20%, “passando da 8,3 nel 2014 a 10,1 DDD nel 2020; in termini di variazione media annuale (CAGR) si rileva un aumento del 3,3%. Nello stesso periodo – si legge nel report – il costo per giornata di terapia si e’ mantenuto pressoché stabile attestandosi ad un valore di 1,31 euro”. In media, per ogni cittadino, la spesa è stata pari a 4,87 euro con un aumento del 2,1% in confronto al 2019 (+4,2% in termini di dosi). Tra le Regioni “si notano importanti differenze”: la Sardegna con 14,7 DDD ha un consumo quasi doppio rispetto alla Lombardia (8,3) e, in generale, in quasi tutte le Regioni del Centro-Sud (ad eccezione della Campania) vi è un maggior ricorso a questi farmaci rispetto al Nord”. I maggiori aumenti di consumo rispetto all’anno precedente sono presenti nella PA di Trento (+22%) e nelle Marche (+17,8%) mentre la Basilicata è quella che fa registrare la maggiore contrazione (-9,0%). Numeri che parlano chiaro, sottolinea l’Aifa: “I dati documentano un incremento nell’uso di antipsicotici nel 2020 rispetto al 2019, più marcato per i tipici che per gli atipici. Ciò è probabilmente legato all’effetto delle politiche di lockdown, per il controllo della pandemia da COVID-19, sulla categoria estremamente fragile di pazienti che include non solo quelli psichiatrici ma anche quelli affetti da demenza per i quali un uso off label di questi farmaci è ampiamente descritto”.

In leggero aumento anche l’utilizzo di farmaci antidepressivi: “Nel 2020 – si legge nel report – il consumo degli antidepressivi rappresenta il 3,7% del consumo totale di farmaci in Italia, con un aumento, rispetto al 2019, dell’1,7%. Analogamente la spesa pro capite evidenzia un incremento del 2,3% attestandosi nel 2020 a 6,7 euro pro capite (Tabella 3.6.2a). Gli SSRI (gli inibitori della serotonina, ndr) tengono conto del 70% (30,6 DDD) del consumo e del 50% (3,36 euro pro capite) della spesa dell’intera categoria. Entrambi gli indicatori mostrano un incremento dell’1,4% rispetto al 2019”. Il 6,5% della popolazione italiana ha fatto ricorso a farmaci antidepressivi nel corso del 2020: “laddove in Toscana e in Liguria questa percentuale arriva al 10%, nelle Regioni del Sud la prevalenza si reduce al 5,7% rispetto al 7,6% del Centro e al 6,6% del Nord (Tabella 3.6.2d). Il consumo aumenta in relazione all’età, raggiungendo una prevalenza del 23% nelle donne ultra-ottantacinquenni. La differenza tra i generi permane in tutte le fasce di età, con livelli di consumo che, nelle donne, sono più che doppi rispetto agli uomini”. Anche se in questo caso, puntualizza l’Aifa, “l’incremento del consumo degli antidepressivi nel 2020 è in linea con la tendenza documentata negli anni precedenti e sembrerebbe non essere stato influenzato dalla pandemia in corso. In realtà il fenomeno appare più complesso considerando che a fronte di un incremento nazionale dell’1,7% vi sono rilevanti differenze regionali e per macro-aree. Ciò potrebbe essere dovuto alla combinazione di più fattori quali la differente variabilità regionale e la ridotta accessibilità ai servizi, documentata dalla riduzione delle nuove diagnosi, che si inscrive su un pattern prescrittivo “storico” degli antidepressivi nei diversi territori nonché ad un possibile differente ruolo della medicina generale nelle diverse aree del Paese durante la pandemia”.

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