“Il ministro D’Inca, pur di difendere il suo premier, nasconde la polvere sotto al tappeto. Qui non si tratta di fare la conta aritmetica di quante volte Conte è venuto in Parlamento. Si tratta, bensì, di capire se il premier vuole dialogare realmente con le opposizioni o preferisce, come sta dimostrando con i fatti, le sfilate in villa”,afferma Mariastella Gelmini, capogruppo di Fi alla Camera.
Venire nelle Aule di Camera e Senato per Question time, informative e comunicazioni -aggiunge- è il minimo sindacale. Considerata l’emergenza che il Paese sta vivendo ci saremmo aspettati un salto di qualità. Ma il presidente del Consiglio ha seguito un’altra strada. Durante i mesi del lockdown ha esautorato il Parlamento con Dpcm imposti da Palazzo Chigi senza alcun confronto, adesso privilegia un convegno no-stop ai dibattiti nelle Camere. Contento lui… gli italiani certamente non lo sono.