Fase 3, tensione nel governo: rischio slittamento degli Stati generali

Il grande esordio della fase 3 della ripartenza, i cosiddetti gli Stati generali dell’economia voluti dal premier Conte rischia di slittare di qualche giorno e soprattutto genera malumori all’interno della maggioranza. La riunione con i capidelegazione della infatti, raccontano fonti di maggioranza, ha visto  un Pd critico sulle modalità con cui è stata messa in campo l’iniziativa. E a peggiorare il clima ci sono una serie di nodi che Conte, da qui alla fine di luglio, sarà chiamato ad affrontare.

Nel corso della riunione con i capidelegazione, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il titolare del Mise Stefano Patuanelli la tensione emerge con nettezza. A non nascondere le critiche del Pd, secondo quanto raccontano fonti di maggioranza, e’ Dario Franceschini. Con decine di miliardi da spendere non è possibile mettere in campo un piano per la ripresa economica in pochi giorni, e’ meglio trasformare l’evento in un’occasione di ascolto, sarebbe stato il ragionamento del capodelegazione Dem.

Mentre il M5S si dice pienamente d’accordo con l’iniziativa di Conte, Iv mantiene una posizione non contraria agli Stati generali ma ad una condizione: che si evitino passerelle inutili e si facciano cose concrete, spiegano fonti renziane. Ma la partenza azzoppata dell’iniziativa potrebbe determinarne lo slittamento: è quasi impossibile che l’ok alle riunioni avvenga lunedì come era nelle intenzioni iniziali di Conte.

Sul Mes “credo ci siano tutte le condizioni per una decisione positiva”. Con il M5s “decideremo insieme. L’importante e’ partire dalle priorita’ e dal fabbisogno di risorse, vagliando senza pregiudizi tutti gli strumenti che la Ue ci offre. Mes compreso”. Lo afferma il viceministro all’ Economia Antonio Misiani (Pd), intervistato dal Corriere della Sera. “Le condizioni del Mes sono molto convenienti per l’Italia, che usufruirebbe addirittura di un tasso di interesse negativo sui prestiti fino a 7 anni e di poco piu’ di zero su quelli fino a 10 anni, a fronte di tassi sui Btp del debito pubblico italiano dell’1,7%”, evidenzia Misiani. “Inoltre, non ci sono condizioni di altro tipo, se non che la spesa riguardi direttamente e indirettamente la sanita’. L’Italia potrebbe ottenere in questo modo fino a 36 miliardi di euro. Si tratta di una opportunita’ molto importante per rafforzare il sistema sanitario”.

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