La moda delle fat bike, le biciclette con gli penumatici larghi, si sta diffondendo rapidamente in tutta Italia. Sono soprattutto i borghi dei luoghi montani a collezionare sempre più appassionati del mezzo innovativo, nato dall’esigenza di pedalare anche su terreni impervi. Le ruote di grosse dimensioni consentono lunghe escursioni, anche sulle piste e sentieri innevati. Opportunità che ha comportato la crescita delle associazioni appassionate della ‘bici grassa’.
La possibilità di poter pedalare sui candidi percorsi è risultata talmente esaltante che buona parte delle regioni alpine si sono organizzate con associazioni ad hoc, che forniscono assistenza e noleggio delle innovative bici. Oggi, questo mezzo è diffuso soprattutto nei pressi delle pendici delle principali catene montuose. Dal Trentino Alto Adige al Piemonte, fino all’Abruzzo, nei pressi dei rifugi montani, aumentano i punti di riferimento dove noleggiare la particolare due ruote e trovare appassionati con cui organizzare scampagnate.
In Trentino-Alto Adige per gli amanti delle fat bike c’è l’imbarazzo della scelta: dalla Val Gardena alla Valsugana, passando per Folgaria, Lavarone e Luserna, è facilissimo trovare associazioni che propongono escursioni ben organizzate. Anche nel Veneto, a Cortina d’Ampezzo si sono organizzati per affrontare i pendii ampezzani in sella alle ‘bici ciccione’.
L’Associazione Turismo Commercio di Formazza del Verbano Cusio Ossola è il principale punto di riferimento in Piemonte per questo genere di escursioni. Anche Livigno, in provincia di Sondrio, propone scampagnate sulla pedonale battuta, lì dove le classiche mountain bike avrebbero difficoltà a muoversi. E non è affatto difficile individuare sui costoni del Gran Sasso, in Abruzzo, le singolari biciclette avventurarsi sui sentieri innevati.
La bici dalle gomme di grosse dimensioni non passa facilmente inosservata. Nonostante si possa pensare che si tratti di una moda recente, in realtà, i primi prototipi di “fat bike” scorrazzavano per le strade europee già agli inizi del Novecento. Accantonata per anni nel dimenticatoio, si ritorna a parlare del particolare biciclo a partire dai primi anni Ottanta, quando le mountain bike cominciarono a diffondersi tra gli amanti dell’avventura.
Apparì subito chiaro che un biciclo dalle ruote più spesse potesse garantire una tenuta migliore sulle strade dissestate e sui difficili percorsi esotici. Jean Naud, famoso ciclista, attraversò il deserto del Sahara in sella al nuovo veicolo, dando poi spunto ad altri escursionisti per tentare l’impresa sul manto innevato.