Dopo la 500 e la Lancia Ypsilon, un altro modello simbolo dell’industria automobilistica italiana verrà prodotto all’estero. La nuova Punto sarà infatti fabbricata in Polonia, sulla piattaforma di Psa, gruppo francese con cui Fca si sta fondendo, dove oggi vengono assemblate la Peugeot 208 e la Opel Corsa.
La nuova strategia permetterebbe la nascita di una Fiat Punto elettrica accanto ai classici modelli benzina e diesel. Fca ha però specificato che questa svolta non sarebbe dovuta alla fusione in corso con Psa ma ad una joint venture indipendente dall’unione dei due gruppi.
“Fca fa bene a spostarsi sulle linee di assemblaggio Psa, più moderne ed efficienti. Il problema è un altro: cosa sta portando all’Italia questa fusione ? Per ora nulla”, ha commentato Giorgio Airaudo, della segreteria Fiom Piemonte.
L’unione tra i due grandi gruppi automobilistici porterà alla nascita del nuovo colosso dell’auto Stellantis, e sarà possibile anche grazie al via libera del governo sul prestito da 6,3 miliardi di Intesa San Paolo a Fca e garantito da Sace la società assicurativa del gruppo Cassa Depositi e Prestiti.
Secondo Ariaudo, da questa fusione lo Stato italiano avrebbe perso l’occasione di “chiedere in cambio un modello in più da produrre nel nostro Paese”.
“La piattaforma francese – ha concluso il sindacalista – avrebbe potuto essere installata anche in stabilimenti come Mirafiori o Pomigliano, assicurando un futuro agli addetti di questi due siti produttivi. Invece un’altra produzione viene portata fuori dall’Italia.”
Quello di trasferire la produzione sarebbe parte quindi di un piano di innovazione più esteso. In estate Fca ha infatti chiesto ai propri fornitori di interrompere qualsiasi attività legata ai futuri modelli di utilitarie, in quanto la prossima generazione di auto appartenenti a questa categoria sarà assemblata sulla linea francese. Ma oltre all’erede della Punto anche il nuovo suv compatto Alfa Romeo sarà prodotto su una piattaforma Psa.
La decisione ha suscitato i dubbi dei 60mila addetti della filiera piemontese della componentistica, per la preoccupazione che in questo modo vengano presi in considerazione di più i fornitori francesi.
Ma dagli ambienti industriali rassicurano sul fatto che in contemporanea allo stop delle forniture, sono stati avviati contatti con lo stesso indotto italiano per preparare la nuova componentistica.