Basta esami alla destra di Giorgia Meloni. “Ma cosa deve dire ancora Giorgia Meloni? – afferma lo storico Adalberto Baldoni – Quanti e quali esami deve ancora fare? Quello del sangue? Dov’è un rischio-nostalgia in quel che dice o fa? Da leader di Fdi, scrisse la prefazione del mio libro ‘I ragazzi del ciclostile’ in cui affermava di non ‘aver mai provato alcun afflato per il fascismo’. Perché si continua con questa polemica? Il fascismo è un fenomeno storico, lo devono studiare gli storici”.
“Quando sono stato presidente della sezione romana della Giovane Italia e poi presidente nazionale -prosegue- vietai tassativamente ogni manifestazione di nostalgia, tipo il saluto romano, spiegando che chi volesse dedicarsi a quel tipo di attività poteva andare a bussare altrove, perché da noi non c’era posto”.
Italo Bocchino, difende Giorgia Meloni e il suo esecutivo: ”Gli esami sono finiti e la Meloni li ha superati a pieni voti. Nessun esame -insiste- può più essere chiesto alla destra italiana, a Fdi e alla Meloni”.
“Per la Meloni -afferma Bocchino- gli esami da superare erano soltanto due, il consenso degli elettori e la legittimazione internazionale. Il voto ha parlato chiaro, gli italiani hanno scelto di affidarsi alla Meloni e di farsi governare da lei. La politica estera di questi sei mesi -conclude- è stata un successo a livello europeo, atlantico e multilaterale”.
“Giorgia Meloni – sottolinea Maurizio Gasparri – è estranea a qualsiasi cultura fascista. Testimone da sempre dei valori della democrazia. L’esamino supplementare che Gianfranco Fini pone nei confronti del Presidente del Consiglio, per rendersi utile alla sinistra, dimostra supponenza. A differenza dell’ex Presidente della Camera, Luciano Violante che, pur provenendo da uno schieramento politico lontano da quello della premier, ha affrontato l’argomento con saggezza e generosità.
Fabrizio Tatarella, vicepresidente della Fondazione Tatarella, intitolata al padre Pinuccio Tatarella, sottolinea che “con la svolta di An a Fiuggi, la seconda generazione della destra italiana ha abbandonato la casa del padre per non farvi più ritorno, compiendo il passaggio del neofascismo al post-fascismo, integrandosi pienamente nel sistema democratico, a cui già il Msi aveva aderito partecipando sempre ad elezioni democratiche. La mia generazione, guidata da Giorgia Meloni, è figlia di Alleanza Nazionale e ha come riferimento, più che il Msi, la destra nazional conservatrice di An. Non a caso tanti esponenti della terza generazione della fiamma, oggi ai vertici di Fdi e delle istituzioni, hanno condiviso da ragazzi la svolta di An che ha permesso a tutti noi di diventare adulti e di accettare una nuova dinamica della politica, consegnando definitivamente il fascismo alla storia”.
Giorgia Meloni e la sua coalizione nelle elezioni dello scorso settembre è stata quella di fare ciò che nessun altro aveva fatto prima: fermare i barconi di migranti che usano l’Italia come porta d’accesso all’Europa’‘ promettendo un “blocco navale”. Ma al 21 aprile, prosegue l’analisi, in Italia sono ”arrivate su barche più di 35mila persone, un numero più di tre volte superiore a quello dell’anno precedente”, tema che influenza anche gli ultimi sondaggi che fanno segnare un leggero calo di FdI (ma non della popolarità del premier). Un calo che, secondo alcuni analisti citati dalla Cnn deriverebbe anche dal sostegno all’Ucraina e al rapporto con la Cina. Viene citata ad esempio l’adesione dell’Italia al progetto cinese Silk Road. “Meloni non sarà paralizzata dai migranti, ma se non riesce a rinunciare all’Accordo sulla Via della Seta con la Cina, e lo fa con fermezza, non riceverà un invito alla Casa Bianca”, dichiara alla Cnn Francesco Galietti, fondatore di Policy Sonar, società di consulenza sui rischi politici.
Ma Giovanni Orsina, direttore della School of Government dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, afferma alla Cnn che quello dei migranti ”è un problema serio, penso che questa sia la crisi più rilevante che sta affrontando e la sfida più significativa per il suo governo in questo momento”. Ma l’immigrazione irregolare in Europa è da anni uno dei problemi più controversi nel blocco. Hanne Beirens, direttrice del Migration Policy Institute Europe, afferma che “se chiedi agli esperti di migrazione se si possono fermare le barche, la risposta è no”. Perché gli immigrati continueranno ad arrivare fino a quando, sostiene Beirens, l’Europa non sarà in grado di affrontare insieme il problema alla radice, offrendo opportunità di richiedere asilo all’inizio del viaggio e lavorando nei paesi di partenza.
La Cnn scrive che ”Meloni ha dichiarato lo stato di emergenza sulla crisi dei migranti, che consentirà misure estremamente dure per gestire gli arrivi”. Una misura che, prosegue l’articolo, è stata boicottata in diverse realtà di sinistra come Elly Schlein, leader del Partito Democratico, che ha paragonato il decreto a un’espressione dell’era fascista.
Ma non solo. La Cnn scrive che Giorgia Meloni ”è riuscita a tenere a bada gli astuti partner della coalizione Matteo Salvini e Silvio Berlusconi nonostante le divergenze sulla guerra in Ucraina” e ha ”superato diverse tempeste”, come la rinnovata amicizia tra il leader di Forza Italia e il presidente russo Vladimir Putin che gli avrebbe inviato vodka per il suo compleanno. Inoltre ha ”litigato con Salvini su come gestire la crisi energetica e per la sua vicinanza con Putin”, ma la stabilità del governo non è in discussione.