Il deputato FdI Andrea De Bertoldi, eletto nel collegio uninominale del Trentino-Alto Adige, annuncia di avere “rassegnato con effetto immediato le dimissioni dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia” e anticipa che “alla ripresa dei lavori faro’ assieme alla mia famiglia politica le valutazioni per individuare la mia prossima allocazione, che non potra’ che essere improntata ai valori della moderazione, e del cattolicesimo liberale”.
“La mia decisione – spiega – e’ frutto di un lungo processo di dissenso politico dal partito nata per difendere le ragioni della mia Provincia Autonoma dalla volonta’ di accentramento decisionista del partito. Ho inoltre piu’ volte chiesto chiarezza su alcuni importanti temi, che da cattolico mi stanno a cuore, ma non sempre ho osservato la risposta che speravo. Mi sono spinto ad aprire un dibattito, che pero’ e’ caduto nel vuoto”.
“L’unica risposta – segnala ancora De Bertoldi – e’ arrivata dai Probiviri, con un’indagine strumentale e senza alcun fondamento, su fatti che ho gia’ avuto modo di chiarire ampiamente”. “Oggi arrivo a leggere che ci sarebbe un provvedimento di espulsione. La mia liberta’ politica e professionale mi hanno consentito una scelta netta che non e’ piu’ rinviabile. Su questa vicenda sono peraltro pronto ad agire in ogni sede opportuna – avverte – a tutela della mia reputazione e della mia integrita’ personale e professionale”.
I Probiviri FdI hanno deciso, a quanto si apprende, l’espulsione dal partito del deputato Andrea De Bertoldi. In conseguenza, analogo provvedimento vale anche quanto al gruppo parlamentare alla Camera, dal quale il politico trentino aveva annunciato poche ore prima le dimissioni,, senza preavviso, dopo che un quotidiano aveva addirittura anticipato il verdetto dei Probiviri.
È infatti almeno da aprile, viene riferito, che la Commissione nazionale di garanzia e disciplina FdI aveva avviato nei confronti di De Bertoldi un procedimento “per motivi etici” conclusosi in queste ore e che – sottolineano le stesse fonti – avrebbe portato all’espulsione dal partito, “tra oggi e domani”, del parlamentare.
I rapporti tra De Bertoldi e FdI sono andati deteriorandosi dalla fine del 2023. La prima frattura si è registrata in coincidenza con il Congresso provinciale, quando De Bertoldi sostenne Alessia Ambrosi, ‘sfidando’ il commissario uscente, Alessandro Urzì. Una rivalità che potrebbe anche arrivare in tribunale a proposito di un audio, forse ‘rubato’, in cui, secondo Urzì, De Bertoldi criticava il partito. “Dovremmo essere Fratelli d’Italia, non ‘fratelli-coltelli’, un partito dove l’autorevolezza prevale sull’autorità”, avrebbe detto l’ormai ex FdI.
“La circostanza che un esponente di rilievo nazionale di Fratelli d’Italia possa incorrere in valutazioni di inopportunità nei propri rapporti professionali o di un presunto conflitto di interessi lederebbe inevitabilmente l’immagine del partito politico, che sulla trasparenza e sull’integrità delle condotte incentra le proprie battaglie valoriali contro un diffuso malcostume nazionale”. È in questo passaggio probabilmente il cuore ‘politico’ della sanzione decretata dai Probiviri di Fratelli d’Italia – la Commissione Nazionale di Disciplina e Garanzia-Collegio di Disciplina, per maggiore precisione – nei confronti di De Bertoldi.
Una decisione scattata già al termine della seduta del 9 agosto, sulla base di un ricorso presentato a giugno da Giovanni Donzelli, deputato e responsabile Organizzazione FdI, al quale, sempre a quanto si apprende, un consigliere regionale FdI della Toscana aveva riferito che alcuni imprenditori erano entrati in contatto prima con lo stesso consigliere regionale – che li aveva ‘rimbalzati’, invitandoli a seguire i canali istituzionali – e poi con De Bertoldi il quale invece “si sarebbe messo a loro disposizione, previa sottoscrizione di un contratto di consulenza professionale con il suo studio associato di commercialisti”.
L’esposto era accompagnato da un contratto, sia pure non firmato, che chiamava in causa – si legge sempre nelle carte del provvedimento – lo stesso De Bertoldi e il suo studio professionale. In sintesi, le spiegazioni di De Bertoldi non hanno convinto la Commissione che gli ha anzi contestato che quel contratto aveva “prodotto effetti economici in favore dello studio stesso, di cui l’on. De Bertoldi è socio e amministratore. Quindi, la supposta estraneità dell’on. De Bertoldi dalla vicenda, se anche fosse limitata all’aspetto operativo non riguarderebbe, comunque, quello economico, quanto meno in via indiretta, atteso che i proventi dell’attività inciderebbero sul fatturato dello studio stesso, a beneficio dei soci tutti”.
Cosa dice il Codice Etico del partito
E qui si torna agli aspetti ‘politici’ della questione disciplinare, quando si rimarca che “sotto un profilo eminentemente disciplinare, il Codice Etico di Fratelli d’Italia è particolarmente rigoroso nel prevedere che gli iscritti abbiano una condotta che non solo sia immune da censure ma che non adombri neppure il dubbio di condotte inopportune o sconvenienti. Tanto a valere nei confronti della base degli iscritti e, a maggior ragione, nei confronti di chi sia stato eletto e quindi rappresenti il partito politico in contesti istituzionali, addirittura a caratura nazionale. Su questa linea, gli artt. 2, 3, 4 e 5 sono volti proprio a evitare tali tipi di condotte, mentre l’art. 6 si incentra sul conflitto di interessi in cui chi, eletto in contesti istituzionali, possa incorrere, dovendo evitare di operare in tali situazioni”.
“Nè si possono disconoscere – si legge ancora nella ‘sentenzà firmata da Roberto De Chiara, Filippo Milone e Giuseppe Corona, rispettivamente presidente e consiglieri della Commissione di Garanzia – i rischi che tali situazioni possano causare a pregiudizio di Fratelli d’Italia. Se il codice etico detta dei principi valoriali cui tutti gli iscritti devono attenersi, ciò avviene non solo nell’interesse dei singoli, ma anche di quello, superiore, del partito politico, esposto a rischi di pregiudizi alla propria immagine e reputazione qualora condotte attribuibili a un singolo possano essere screditanti per il movimento stesso”. E dunque, “espulsione dal partito con effetto immediato” e provvedimento “immediatamente esecutivo”.