Partiamo dalle prime note del Concertone del 1° maggio e dalla nota della Lega firmata da senatori e deputati in Vigilanza Rai che dice: ‘Se Fedez userà a fini personali il concerto del 1 maggio per fare politica, calpestando il senso della festa dei lavoratori, la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l’intero costo dell’evento’. L’artista risponde su Instagram: ‘E’ la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione purtroppo che non c’è stata in prima battuta o meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi e di edulcorare il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino, ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente. Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutte le responsabilità e le conseguenze di ciò che dico e faccio’.
In virtù di questo Fedez si esprimerà liberamente puntando il dito contro il senatore leghista Ostellari reo di ostacolare il ddl zan e contro tutto la Lega citando frasi omofobe con nomi e cognomi, (“Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”, Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria; “I gay? che inizino a comportarsi come tutte le persone normali”, Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega Reggio Emilia; “I gay vittime di aberrazioni della natura, Luca Lepore e Massimiliano Bastoni consiglieri regionali Lombardia”; “I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie”, Alberto Zelger, consigliere della Lega Nord a Verona; “Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza”, Stella Khorosheva, candidata leghista; “Fanno le iniezioni ai bambini per farli diventare gay”, candidata della Lega Giuliana Li Vigni).
Partendo sempre da una retrospettiva il Codacons, che ‘sostiene pienamente il disegno di legge contro le discriminazioni di genere’, ricorda ‘la carrellata di canzoni dal contenuto omofobo pubblicate da Fedez negli anni. Tra il 2006 e il 2020 il rapper ha scritto e pubblicato diversi brani al cui interno si riportano posizioni o frasi di chiaro stampo omofobo, più volte finite nel mirino delle associazioni per i diritti degli omosessuali ‘. In ‘Tutto il contrario’ Fedez nel 2011 in cui bullizza Tiziano Ferro per il suo coming out. Il Codacons cita altri brani anti-gay, come ‘Canzone da gay’ (2006) dove afferma: ‘Io lo so che ti piaccion le canzoni da gay, devo farle perché a te piacciono. Io lo so che ti piaccion le canzoni da gay, più ti guardi allo specchio più ti credi una lei. Poi ti chiedi perché faccio le canzoni da gay, perché senza di te io come camperei?’. Poi: ‘Nel brano ‘Ti porto con me (2011)’ dice ‘Non fare l’emo frocio con lo smalto sulle dita’, – e ne ‘Le feste di Pablo (2020) ‘Pablo sei un pacco, tipo tipa con la sorpresa’.
Tra molti si solleva il sospetto che la trasformazione di Fedez da rapper omofobo a difensore del Ddl Zan sia una abile strategia di marketing finalizzata ad acquisire consensi pubblici e, quindi, incrementare le proprie entrate economiche: ‘Siamo certi non sia così, e per questo invitiamo oggi Fedez a ritirare i brani in questione e scusarsi pubblicamente con la comunità Lgbt per la gravità dei contenuti delle sue canzoni. Se ciò non avverrà, quando il Ddl Zan diverrà legge il primo denunciato dal Codacons per discriminazioni di genere sarà proprio Fedez’.
Nel verso in cui invita ‘a non fare l’emo froc** con lo smalto sulle dita’, salvo poi lanciare di recente lui stesso una marca di smalti. Fedez ha preferito utilizzare il palco per un comizio politico. Di recente ha condotto una serie tv per Amazon e collabora con il colosso dell’e-commerce finito in numerose occasioni sotto l’occhio del ciclone a livello internazionale per inchieste sui diritti dei lavoratori. Che dire? Ragionare è anonimo contraddirsi è personale…
C’è poi la constatazione di sponsorizzazione della Nike per il cappellino l sfoggiato durante l’esibizione e la vicenda delle mance ai rider. Nell’aprile 2019 gli addetti delle consegne a domicilio avevano dichiarato guerra ai clienti vip che non lasciavano le mance. Per esporli al pubblico ludibrio avevano pubblicato i nomi di quelli che la dimenticavano e tra questi c’erano Fedez e Chiara Ferragni. L’elenco i rider lo pubblicarono sulla pagina Facebook di Deliverance Milano. La risposta di Fedez arrivò qualche giorno dopo con una serie di Stories su Instagram: ‘Al di là della totale infondatezza della notizia, poco importa, parlano tutti di lotta di classe 2.0 ma le mance fanno parte di un retaggio americano che è il non plus ultra dello sfruttamento del capitalismo. In America le mance sono obbligatorie perché il datore di lavoro ti può pagare di meno’. Italia o America la realtà ha una faccia unica: ‘Fedez e la moglie non rilasciavano mance. Tutto qui’. Mancia che di certo non avrebbe creato problemi economici alla coppia. Cantava Pino Daniele: ‘Ncopp e sord a gente non guarda in faccia a nessuno’, piccoli o grandi che siano. Prima di diventare testimonial Lgbt è bene fare un esame attento di coscienza.
Selvaggia Lucarelli tramite un lunghissimo post su Facebook ha posto l’accento su alcune incongruenze tra il discorso del cantante sul palco del Concerto del Primo Maggio e il suo passato.
Oggi abbiamo scoperto – esordisce la giornalista- che in Rai esiste il patronato politico, pazzesco. Vorrei raccontarvi che succede da qualche decennio e che la politica (TUTTA, a destra e sinistra) non si limita a chiedere a un cantante di non fare politica su un palco, ma decide amministratori, conduttori, contenuti e veti. Li decidono anche i partiti di quei politici che oggi twittano Bravo Fedez, con acrobazie degne delle finali di un campionato russo di ginnastica ritmica.
Fedez ha fatto benissimo a non cedere alle pressioni che abbiamo ascoltato. E ha fatto anche bene a registrare e a sputtanare chi negava tentativi di censura. Faccio però sommessamente notare che alla fine sono rimasti tentativi. E’ salito sul palco e ha detto quello che voleva, non mi pare un passaggio trascurabile. Con un Renzi qualunque dubito anche solo che sarebbe stato INVITATO su quel palco.
La giornalista inizia poi la sua vera e propria critica nei confronti di Fedez, ricordando come nel 2010 ‘prese in giro’ Tiziano Ferro dopo il coming out: ‘Fedez improvvisamente paladino del mondo Lgbt. Bene. Fedez però è anche quello che quando il primo cantante italiano famoso anche fuori dai confini nazionali ha fatto coraggiosamente coming out e nel 2010 – mica ora, con la strada più che spianata- nella canzone ‘Tutto il contrario’ gli dedicò la strofa: ‘Mi interessa che Tiziano Ferro abbia fatto outing, ora so che ha mangiato più wurstel che crauti. Si era presentato in modo strano con Cristicchi: ciao sono Cristiano non è che me lo ficchi?’. Ora, era ironico? Va bene. Voleva dire il contrario? Va bene. Quella strofa però era violenta, qualunque lettura le si voglia dare. La canzone è ancora lì, mai ritirata. E questo che Fedez definisce ‘cambiamento nel modo di esprimersi’ lo avrei accompagnato con delle scuse fatte bene a Ferro, come gli suggerì Mika anni fa: ‘Si dice sono stato uno stronzo’.
“Fedez coraggioso? – Continua la Lucarelli – C’è una differenza tra l’essere nel giusto ed essere coraggiosi. Questo secondo me è il passaggio più importante. Il coraggio si misura con un’ unica unità di misura: quanto e cosa si rischia di perdere, compiendo una determinata azione. Fedez ha sposato una causa giusta in una fase di consenso per il ddl Zan enorme, e per fortuna. Non lavora in Rai, non ha bisogno dei pochi soldi della Rai perché ne guadagna moltissimi altrove.
Poi la stoccata finale: ‘Fedez è testimonial Amazon. Guadagna svariati milioni di euro con Amazon. Questo sì che rappresenta quel ‘qualcosa da perdere’. Il 1° maggio era la festa dei lavoratori, questo era il tema e su quel palco si doveva parlare soprattutto di lavoro e lavoratori. Lui quel tema l’ha sfiorato con quel ‘caro Mario’ un po’ frettoloso, e poi è passato ad altro. Poteva rivolgersi al suo principale datore di lavoro, Amazon, e usare quel palco per chiedere di tutelare i diritti dei suoi lavoratori che fanno pipì nelle bottiglie e i cui sindacati sono costantemente ostacolati. In questo Fedez poteva essere coraggioso. Dimostrare di avere il coraggio di perdere qualcosa…’.
“