157 omicidi e 255 casi di tentato omicidio di donne, solo in un anno. Cifre spaventose che lasciano pochi dubbi: in Italia è allarme femminicidio. I dati vengono forniti dal generale dei carabinieri Enrico Cataldi, comandante del Raggruppamento investigazioni scientifiche dell’Arma, nel corso di un convegno sulla violenza di genere organizzato dall’Università La Sapienza e dal Policlinico Umberto I. “Sono numeri che non si discostano troppo da quelli del passato – ha sottolineato il generale – ma quello che veramente preoccupa è l’inversione tra gli omicidi di donne nell’ambito della criminalità comune e organizzata e quelli in ambito relazionale: questi ultimi sono stati 116 su 157″, il 73,8%. In pratica, tre su 4.
“E un fenomeno grave – ha ammesso il comandante dei Ris – anche perché 7 di questi 116 omicidi sono stati preceduti da episodi di stalking, mentre l’indice di rischio per le donne nell’arco di dieci anni è salito da 4.1 a 5.4”. Cataldi non crede che, per arginare il fenomeno, sia necessario “aggravare le pene e inasprire le sanzioni: quelle che ci sono, sono già sufficienti, ma sicuramente si può incidere sulle misure di prevenzione. Siamo stati proprio noi carabinieri, ad esempio, a proporre la misura dell’allontanamento coatto per l’offender’ in situazione di flagranza di reato”. Per il generale, c’è anche “una controcultura da combattere: l’eccessiva morbosità di certa tv, con troppe serie su Ris e simili e troppi processi anticipati ma anche troppi spot e troppe trasmissioni con richiami di tipo sessuale”.