È stato bloccato su un vagone della metropolitana lunedì pomeriggio, tra le fermate Duomo e Cordusio. Molestava due ragazze. T. L., 30 anni, italiano, ricercato da settimane per una violenza sessuale molto più grave, ai danni di una ragazzina di 13 anni, avvenuta nell’androne di un palazzo in zona Porta Romana lo scorso 11 aprile. Dalle indagini svolte dalla polizia, c’è il sospetto molto concreto che possa trattarsi di un violentatore seriale. E proprio su questo si concentrano le indagini della Squadra mobile della questura. Sul tavolo degli investigatori sono per ora allineate la violenza dell’11 aprile e le molestie di lunedì scorso. Ma il lavoro dei prossimi giorni ha un obiettivo già definito, comparare il profilo del Dna di T. L. con le tracce raccolte sulle scene di altre recenti violenze e riaprire i fascicoli delle aggressioni irrisolte. Dietro alcuni di quei casi potrebbe esserci proprio il ragazzo che questa mattina verrà interrogato nel carcere di San Vittore per la convalida dell’arresto.
Per alcune ore sono stati riesaminati anche i documenti sullo stupro del parco di Villa Litta, ad Affori, dove lo scorso 26 aprile una donna è stata aggredita dopo aver lasciato il figlio all’asilo. Ma non sembra che ci siano riscontri.
Molto più attenta sarà invece l’analisi sui casi, più o meno gravi, di aggressioni irrisolte. Verranno incrociate descrizioni, testimonianze delle vittime, analisi sulle eventuali tracce di Dna raccolte in passato. La giovane età della vittima dell’11 aprile, potrebbe far pensare a un pedofilo. Il profilo dell’uomo a cui la Squadra mobile ha dato la caccia per settimane, con in mano solo una foto corrisponderebbe a quello del sex offender , un violentatore seriale che colpisce le sue vittime in modo estemporaneo. Una conferma sarebbe proprio nel fatto che T. L. non conosceva e non aveva mai visto prima la ragazzina 13enne, che solo per un tragico caso sarebbe diventata una vittima.
Il trentenne, secondo le prime informazioni, avrebbe un unico precedente di polizia che nulla ha a che fare con reati sessuali. Si tratta infatti di una resistenza a pubblico ufficiale che risale al 2001.