“L’Italia è pronta ad assumere un ruolo da protagonista sulla scena internazionale, a partire dagli appuntamenti del Consiglio Ue e del G7. La posizione del Governo è chiara come lo è la linea della fermezza sui dossier più importanti, dagli sforzi per il cessate il fuoco in Medio Oriente al sostegno a Kiev, dagli accordi di pace e sviluppo con i Paesi africani alla condanna delle operazioni di voto in Russia. Durante le sue comunicazioni in Aula, il Presidente del Consiglio Meloni ha giustamente ribadito il no alle truppe in Ucraina, sottolineando al contempo il netto appoggio dell’Italia a un Paese vittima dell’aggressione russa. Sulla politica estera il Governo e la maggioranza portano avanti i propri impegni in maniera coesa. È il Pd che tentenna, sia rispetto alla visione dell’Ue che all’invio di armi in Ucraina, dilaniato dalle correnti e appiattito sulle posizioni di Conte. Con il centrodestra al Governo l’Italia può esercitare la leadership che le spetta in Europa e nel mondo”. Lo afferma il Sottosegretario di Stato al Mit, Tullio Ferrante di Forza Italia.
Per sei volte in poco meno di mezz’ora Giorgia Meloni è stata interrotta dagli applausi dei senatori, durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo. Si tratta di uno degli ultimi vertici dei leader Ue prima che la legislatura di Bruxelles finisca e i temi sul tavolo sono sempre di primaria importanza: dalla guerra in Ucraina e Medio Oriente, con ciò che comportano, ai dossier su immigrazione e agricoltura. Meloni, illustrando ciò che andrà a dire, ha potuto rivendicare ciò che il governo già ha realizzato. Due esempi su tutti: il cruciale ruolo di mediazione che ha portato alla soluzione della discussione sui fondi all’Ucraina e il cambio di prospettiva impresso, per esempio, ai dossier migranti e transizione green.
Meloni ha ribadito il pieno sostegno all’Ucraina e rivendicato “con orgoglio” il ruolo del governo per sbloccare il negoziato sull’avvio del percorso di adesione di Kiev all’Ue e sulla revisione del quadro finanziario pluriennale, che guardava sia all’Ucraina sia alle risorse “per affrontare alcune delle principali questioni di nostro interesse, dal sostegno alla competitività fino alla lotta all’immigrazione illegale”. “Non era una trattativa facile, e probabilmente – ha sottolineato – non avrebbe avuto questo epilogo se avessimo seguito i consigli di quanti, anche in quest’aula, sostengono che non si debba dialogare con tutti ma solo con alcuni, in questa bizzarra idea di un’Europa distinta tra Nazioni di serie A e di serie B”. “Pare che linea vincente sia invece quella sostenuta da chi come la sottoscritta ha sempre considerato tutti i partner europei degni di rispetto e considerazione”, ha detto, facendo un riferimento evidentemente al dialogo con l’Ungheria di Orban e ricevendo il primo
Meloni quindi ha ribadito l’assoluta contrarietà dell’Italia all’invio di truppe europee in Ucraina, ipotizzato da Macron. “La nostra posizione non è affatto favorevole, si rischia infatti l’escalation pericolosa da evitare a ogni costo”, ha chiarito il premier, ribadendo la necessità di arrivare a una “pace giusta, duratura e rispettosa della dignità della nazione aggredita”. “Come ci si può sedere al tavolo delle trattative con chi non ha mai rispettato gli accordi?”, ha detto a proposito di Putin. L’accordo di cooperazione con Kiev, ha aggiunto Meloni facendo riferimento alle contestazioni con cui è stato accolto, “non riguarda l’impegno a fornire armi, ma un’intesa che riguarda una cooperazione a 360 gradi, come è naturale che avvenga con uno stato che ha avviato il processo di ingresso nell’Unione europea”.
La premier affronta il tema della necessità per l’Europa di agire con decisione sul fronte della sicurezza e della difesa, che il premier ha rivolto un monito a quanti parlano di pace in maniera astratta. “Spendere in difesa – ha detto – significa investire nella propria autonomia, nella propria capacità di contare e decidere, nella possibilità di difendere al meglio i propri interessi nazionali, ed è la strada che segue qualsiasi Nazione seria. Ma è la strada che deve seguire anche l’Europa, se vuole essere seria”. Per questo, “sarà necessario approfondire il tema delle risorse necessarie anche al livello Ue per fare il salto di qualità necessario nel settore della difesa e l’Italia vuole essere tra i protagonisti di questo dibattito e tra quanti promuovono anche soluzioni innovative per dotarci dei finanziamenti necessari”. “La libertà – ha ricordato Meloni riscuotendo l’ennesimo applauso – ha un costo, la sovranità ha un costo, e non credete a chi vi dice che tutto può esservi concesso gratuitamente. Il risultato, spesso, e come si è visto, è che pagherete molto di più”.
Meloni poi è tornata sul Piano Mattei, sull’Africa, sulla centralità che l’Italia le assegna per la lotta ai traffici di esseri umani, sugli sforzi compiuti a livello bilaterale e su quelli che hanno portato anche l’Ue a un cambio di passo e strategia. Il premier quindi ha fatto riferimento agli accordi con la Tunisia e l’Egitto, rivendicando rispetto a quest’ultimo quell’azione diplomatica a 360 gradi che ha consentito anche la liberazione di Patrick Zaki e che ora guarda alla “ricerca della verità per Giulio Regeni”.