Concussione. Con quest’accusa tre funzionari pubblici dell’Acer, sono stati arrestati dai finanzieri del comando provinciale di Ferrara. In particolare i militari delle Fiamme Gialle hanno accertato che i tre, per non ostacolare i lavori delle ditte subappaltatrici, chiedevano in cambio somme di danaro che arrivavano fino al 10% dell’importo dei lavori. La subdola operazione è stata scoperta dalla Gdf in una nota, nel corso di una verifica fiscale, di fondi neri appositamente creati nella contabilità di un’impresa. È così emerso che, sin dal 2007, piccole società che lavoravano in sub appalto per l’Acer erano costrette al pagamento di tangenti per ottenere i lavori o per non esserne escluse con motivi pretestuosi.
I tre arrestati sono dei funzionari, uno dei quali addetto al servizi progettazione e sviluppo e gli altri due al servizio manutenzione e recupero, e tutti sono accusati del reato di concussione. L’indagine, coordinata dal pubblico ministero, Patrizia Castaldini, ha preso le mosse da una verifica fiscale nel corso della quale erano emerse irregolarità tali da far presagire la presenza di fondi neri. I riscontri forniti dall’imprenditore e ulteriori approfondimenti investigativi hanno consentito di rivelare un quadro concussivo consolidato nel tempo (almeno dal 2007) che ha visto il coinvolgimento di almeno tre piccole imprese, costrette a pagare bustarelle, a seconda dei casi, o per non subire pretestuose contestazioni dei lavori, o per non essere escluse dai lavori ad affidamento diretto o, infine, per prestazioni che avrebbero potuto svolgere in proprio ma che erano costrette ad affidare “esternamente”.