Un incontro farsa. Definiscono così il vertice che si terrà oggi a Roma, le operaie e le mogli dei dipendenti della Fiat di Pomigliano, che “alle parole (favole per gonzi) preferiscono i fatti”.
“Non è più tollerabile tutto questo”, ribadiscono le donne dei cassintegrati. “Non è più tollerabile inoltre anche considerato che questo ‘massacro operaio’ che si sta compiendo a Pomigliano e in tutte le fabbriche italiane della Fiat è realizzato con l’ausilio di un vero e proprio fiume di soldi pubblici per svariati miliardi di euro”. “Lunedì – scrivono – saremo presenti all’assemblea di Pomigliano perché quello che sta succedendo in Fiat ricadrà sulle nostre famiglie e i nostri figli”. “E’ lecito a questo punto chiedersi che fine hanno fatto, e dove sono finiti, i soldi pubblici? Noi, con i nostri figli e le nostre famiglie, siamo costrette a fare i conti e a vivere con 750 euro al mese e siamo stanche di vedere la sensazione di disperazione, e rassegnazione alla sconfitta, che comincia a fare presa sui nostri mariti e su quanti si suicidano o si tagliano le vene. O di assistere a programmi tv che mostrano famiglie operaie raccolte in cucina con la pentola che bolle e poco da cucinare e che tacciono invece quando si tratta di dare spazio alle lotte dei lavoratori intese non solo come ‘conflitto compatibile’ma anche come portatrici di ideali sociali, valori culturali, speranza e determinazione per la costruzione di una vita, e di una società, diversa e migliore!”. “Siamo stufe di sentire Monti ed i suoi “professori” raccontarci che abbiamo sprecato e vissuto al di sopra delle nostre possibilità (ma chià noià?! con 750 euro al mese a famiglia quando va beneà?!) e non proviamo alcuna simpatia, né solidarietà, per la ministro definita “squillo” che, col vestitino di seta e collanina a tono, vorrebbe predicarci il “bon ton” e la pazienza mentre gioca con la vita delle persone. Oggi più che mai – scrivono – dobbiamo mobilitarci affianco degli operai di Pomigliano, tutte, come donne, come compagne, come mamme, come mogli, perché questa è una “lotta esemplare e di tutti”. Perché quello che succederà a Pomigliano ricadrà sulle nostre famiglie e sui nostri figli e poi, col governo Monti, come per i pensionati, ricadrà sui lavoratori del pubblico e del privato, sulle loro famiglie e sull’intera società”.