“Anche oggi Marchionne non ha perso l’occasione per prendere in giro gli italiani. L’ad di Fiat ha affermato, infatti, che l’azienda è stata usata per fini politici: invece è proprio la Fiat ad aver utilizzato sempre la politica e i governi per ottenere ingenti risorse pubbliche e dividendi privati. Lo dimostra il fatto che, dal 2008, circa il 50% dei lavoratori del gruppo è pagato dalle casse pubbliche, mentre gli azionisti continuano a dividersi il bottino”. Lo afferma in una nota il responsabile lavoro e welfare dell’Italia dei Valori, Maurizio Zipponi, candidato con Rivoluzione Civile – Lista Ingroia. “Oggi, a Grugliasco, Marchionne ha anche dichiarato che non chiuderà nessuno stabilimento in Italia. Le stesse parole pronunciate a Melfi, lo scorso dicembre, quando l’ad di Fiat si presentò in fabbrica per fare una passerella inutile insieme al candidato Monti. Due settimane dopo, però, gli operai di Melfi sono stati messi in cassa integrazione per due anni senza avere la minima integrazione salariale rispetto ai 7 mila euro annui che perderanno”. Conclude Zipponi: “C’è poi da preoccuparsi quando Marchionne parla di una soluzione per i 19 operai di Pomigliano, visto che la Fiat, nell’ultimo periodo, è stata condannata da 12 tribunali italiani. Ci auguriamo che la Costituzione e le leggi italiane possano essere applicate anche all’interno dell’azienda e che Marchionne, con un colpo di stile, sposti la sua residenza dalla Svizzera all’Italia pagando finalmente le tasse nel nostro Paese, come fanno tutti i 40 mila lavoratori del gruppo Fiat”.
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