Il 10 settembre Roberto Fico sarà a Ravenna per la Festa dell’Unità. Sarà l’occasione per testare l’affinità tra un popolo dem smarrito e il presidente della Camera che nel governo giallo-verde sta assumendo sempre di più il ruolo di capo dell’opposizione. Fico proverà a sondare umori, reazioni e sentimenti della vecchia guardia del Pc nella terra rossa. La presenza di Fico alla Festa dell’Unità va inquadrata in un piano più ampio. Un’operazione che la terza carica dello Stato sta conducendo con cautela e precisione: riannodare i fili del dialogo tra Pd, M5S e Colle. Con un obiettivo: ribaltare il tavolo, affossare l’intesa pentaleghista e rimettere in piedi un’alleanza, anche momentanea, tra Pd e M5S. Ovviamente, un’operazione che, se portata a termine, porterà Fico direttamente a Palazzo Chigi al posto del premier Giuseppe Conte. Operazione scattata a quanto pare su impulso del capo dello Stato Sergio Mattarella, preoccupato dall’avanzata della Lega di Matteo Salvini e della debolezza del vicepremier Luigi di Maio. Fico lavora per ricucire, dopo anni e anni di scontri, il rapporto tra grillini e dem e spianare la strada a un’alleanza futura. E lo fa rimarcando, ancora una volta, l’estrazione di sinistra di una parte del Movimento. Ma il numero uno di Montecitorio deve superare non poche resistenze nel Movimento. E non solo tra le truppe vicine a Luigi di Maio. I Cinque stelle hanno fondato la loro battaglia politica sul sentimento anti-Pd: convincerli ad un patto con il diavolo risulterebbe complicato. Per condurre in porto l’operazione, Fico potrebbe attendere il completamento della fase di dissoluzione del Pd. E provare a assumere la guida di un nuovo popolare e democratico per lanciare sfida finale a Matteo Salvini.
Riprova
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