In questa giornata di voto al governo Monti non sono mancati siparietti, sguardi indiscreti, saluti agrodolci e biglietti e manifesti. Due su tutti hanno rubato la scena fuori e dentro Montecitorio. Uno è Enrico Letta, l’altro è Domenico Scilipoti. Due modi diversi per “salutare” il neo presidente del consiglio: Letta, con un biglietto, apre al proff, il Responsabile, se avesse potuto, avrebbe suonato le campane a lutto, dopo aver mostrato un manifesto funebre e presentatosi in Aula con il lutto al braccio.
La lettera di Enrico Letta. “Mario, quando vuoi dimmi forme e modi con cui posso esserti utile dall’esterno. Sia ufficialmente (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei vice) sia riservatamente. Per ora – è scritto- mi sembra tutto un miracolo…! E allora i miracoli esistono…!”. Firmanto Enrico. Il biglietto, mostrato involontariamente da Mario Monti, è stato immediatamente immortalato dai fotografi presenti in Aula e subito è iniziata la caccia ad Enrico. Pochi istanti per comprendere che l’autore del misterioso post è il vice segretario del Pd. “Certo che il biglietto è mio. E mi pare la dimostrazione che in privato diciamo le stesse cose che in pubblico”. E’ lo stesso Enrico Letta a confermare la paternità del biglietto ricevuto da Mario Monti.
Scilipoti: è morta la democrazia. ”E’ morta la democrazia parlamentare. Questo è un governo non legittimato dagli elettori, perché non è espressione della volontà popolare. Altro che esecutivo tecnico, siamo di fronte ad una dittatura”. Lo sfogo, non nuovo, è di Domenico Scilipoti che, in Transatlantico alla Camera si presenta con il lutto al braccio. Il deputato ‘responsabile’ ha anche preparato un manifesto funebre con l’annuncio della dipartita del governo Monti che vorrebbe sventolare in Aula durante il dibattito sulla fiducia. Sull’annuncio campeggia a caratteri cubitali la scritta: “18 novembre 2011, è morta la democrazia parlamentare, ne dà il triste annuncio il popolo italiano”.