Il governo è pronto a porre la questione di fiducia sul Ddl intercettazioni. La richiesta dell’esecutivo in Aula alla Camera potrebbe arrivare già mercoledì dopo il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità. Per Maurizio Paniz, capogruppo Pdl in Giunta per le Autorizzazioni alla Camera, tutto dipende dalle opposizioni. “Decideremo in base all’atteggiamento dell’opposizione e alla quantità di emendamenti”. Intanto il Pdl presenta un unico emendamento al decreto. “Il contenuto delle intercettazioni non potrà mai essere pubblicato fino all’udienza-filtro. Anche quelle trascritte nelle ordinanze di custodia cautelare”. La modifica al testo è stata firmata dal capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia, Enrico Costa. ”Abbiamo deciso – spiega il deputato pdl – di recepire il ddl Mastella solo per quanto riguarda la possibilità di pubblicare il contenuto delle intercettazioni solo dopo che ci sia stata la cosiddetta ‘udienza-filtro’. Solo dopo che si sarà stabilito quali siano gli ascolti rilevanti o meno, sarà possibile pubblicare il contenuto”. ”E questo – sottolinea Costa – varrà soprattutto per quelle trascritte nelle ordinanze di custodia cautelare. Anche per quelle si dovrà attendere il momento in cui il magistrato farà una selezione degli ascolti”. Scatenate le opposizioni che propongono centinaia di modifiche al ddl intercettazioni. 100 dall’Idv che promette “ostruzionismo senza tregua”, una decina dall’Udc e 400 dal Pd che però, su richiesta della presidenza della Camera visti i tempi contingentati, precisa di averne individuato 63 come prioritari.
L’Udc ha fatto sapere al Pdl che non accetterà ‘passi indietro’ rispetto dal testo Bongiorno all’esame dell’Aula della Camera in terza lettura, un testo, rilevano a via dei Due Macelli, ‘incompatibile’ col ddl Mastella. Due invece le modifiche che stanno particolarmente a cuore al partito di Pier Ferdinando Casini: una revisione della norma che prevede che a decidere sull’autorizzazione all’ascolto sia il Tribunale distrettuale del capoluogo in composizione collegiale, norma che secondo i centristi impatterebbe in maniera negativa sull’organizzazione del sistema giustizia. E una modifica della cosiddetta norma ammazza-blog: sul tema anche il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma, ha promesso un intervento in senso meno restrittivo. E mentre il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, chiede al Parlamento “equilibrio” annuncia battaglia sul ddl l’Idv che ha presentato un pacchetto di 100 emendamenti, “tutti prioritari – spiega Federico Palomba – e improntati a smontare pezzo a pezzo l’impalcatura perversa e criminogena di questo ddl. Daremo battaglia con un ostruzionismo senza tregua”. Nessun ostacolo invece dalla Lega che, come spiega Carolina Lussana, considera il testo “buono. Se poi – osserva – il governo sta lavorando a proposte migliorative siamo disposti a valutarle”. Alle 12.30 la conferenza dei capigruppo di Montecitorio fisserà il calendario del provvedimento ma il giudizio del presidente della Camera, Gianfranco Fini, sulla materia è impietoso. “Ma vi pare che la cosa più urgente che la Camera dovrà discutere nei prossimi giorni debbano essere le intercettazioni? Io penso che bisognerebbe discutere d’altro”.