Nell’ambito del progetto “Filiere Sostenibili della Piana del Sele” promosso da Fondazione Symbola, BCC Campania Centro, BCC Capaccio Paestum e Serino e BCC Magna Grecia è stato presentato un primo report sulla filiera della IV Gamma da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola e Marco Frey, presidente comitato scientifico Fondazione Symbola. Ne hanno discusso Andrea Prete, presidente Camera di Commercio di Salerno; Lucio Alfieri, presidente BCC Magna Grecia; Camillo Catarozzo, presidente BCC Campania Centro; Rosario Pingaro, presidente BCC Capaccio Paestum e Serino. Le conclusioni sono state affidate a Fulvio Bonavitacola, vice presidente Regione Campania. Ha moderato l’evento Alessandra Del Prete, giornalista di La Repubblica.
La forte accelerazione internazionale ed europea verso una transizione verde, chiede alle imprese e ai territori di elevare i propri standard di sostenibilità. Le normative ambientali diventano via via più stringenti, i mercati selezionano sempre più i fornitori e i partner sulla base di criteri di sostenibilità, l’accesso al credito agevola coloro che mostrano il proprio impegno sui temi ESG, mentre i consumatori nelle scelte di acquisto premiano beni e servizi sostenibili, perché oggi sostenibilità è sinonimo di qualità. Questo vuol dire che la sostenibilità rappresenterà in futuro un prerequisito fondamentale per rimanere sul mercato.
Dentro questa cornice, nasce il progetto Filiere sostenibili promosso da BCC Campania Centro, BCC Capaccio Paestum e Serino, BCC Magna Grecia e Fondazione Symbola, in partnership con Coldiretti Campania e Confagricoltura Salerno, per raccontare le esperienze già in atto nel territorio e individuare soluzioni e tecnologie per il miglioramento delle performance ambientali, quindi della competitività, delle filiere produttive della Piana del Sele.
Il progetto, coordinato da Marco Frey e Domenico Sturabotti rispettivamente presidente del comitato scientifico e direttore di Fondazione Symbola, copre due annualità e interessa nel 2024 la filiera della quarta gamma e nel 2025 la filiera bufalina. Cinque le dimensioni analizzate: Sostituzione o riduzione delle sostanze chimiche, Gestione della risorsa idrica, Gestione del suolo, Energia e riduzione delle emissioni di CO2, Riutilizzo e riciclo dei sottoprodotti. L’intenzione è quella di estendere nel futuro il progetto ad altre filiere produttive dell’area. Il report sulla IV gamma nasce da un intenso confronto e collaborazione con le imprese e le associazioni del territorio durato un anno e mezzo. Nell’ambito del progetto BCC Campania Centro, BCC Capaccio Paestum e Serino e BCC Magna Grecia sottoscrivono un accordo di collaborazione con le associazioni Coldiretti e Confagricoltura per promuovere e diffondere i risultati del report e attivano un plafond comune di euro 20 mln aperto a quelle imprese che vorranno investire per migliorare processi e prodotti nel segno della sostenibilità.
Il mercato della IV gamma rap¬presenta circa il 18% dell’intero valore economico del mercato or-tofrutticolo in Italia e il 2% del to¬tale del mercato alimentare. Nel nostro Paese, il comparto della IV gamma è caratterizzato da una forte concentrazione territoriale. Campania e Lombardia, seguite dal Veneto, controllano la trasfor¬mazione dei prodotti orticoli di IV gamma (in particolare rucola, insa¬late e radicchi), mentre il Trentino, seguito da altre regioni del Nord Italia, controlla la trasformazione di prodotti frutticoli di IV gamma (in particolare mele).
La Piana è uno dei principali poli europei della IV gamma. Con una superficie di circa 6.000 ettari dedicati alla produzione, le aziende agricole hanno sfruttato il clima mite per garantire una produzione costante durante tutto l’anno. Le colture includono le baby leaf, con una particolare specializzazione nella produzione di rucola, lattughino e spinacino. Negli ultimi dieci anni, si è assistito a un’espansione della produzione che ha integrato nuove varietà, come valeriana, basilico, radicchio, bietola, carota, ravanello e diverse insalate. La produzione sotto serra si è estesa anche ad altre coltivazioni aromatiche, come prezzemolo e coriandolo. Di particolare valore la rucola sia in forma selvatica che coltivata (73% della produzione nazionale), che ha ottenuto il prestigioso marchio IGP nel 2020 e la creazione di un Consorzio di Tutela nel marzo 2021.
L’intensa collaborazione tra il gruppo di ricerca di Fondazione Symbola, le imprese e le associazioni del territorio ha permesso l’individuazione di 30 soluzioni, nelle 5 dimensioni ambientali, implementabili o se già presenti da diffondere ulteriormente per accelerare la sostenibilità del territorio.
Nell’ambito della riduzione chimica, va fortemente incentivata la transizione verso pratiche agricole biologiche, come l’utilizzo di varietà resistenti e l’impiego di tecnologie 4.0. Nella gestione idrica, garantita principalmente dai Consorzi di Bonifica e dai pozzi aziendali, sono già diffuse nell’area molte delle soluzioni mappate, che il progetto propone di estendere ulteriormente.
Nella gestione del suolo, sarà fondamentale contrastare la diminuzione della fertilità, per questo vengono proposte soluzioni da diffondere nelle pratiche agricole.
Per la riduzione delle emissioni di CO2 e dei consumi energetici, sono già implementate soluzioni come il fotovoltaico, mentre l’agrivoltaico è ostacolato dall’idea che generi problemi di oscuramento delle colture, affrontabili in pieno campo con tecnologie già disponibili, mentre risulta più complessa l’integrazione sulle serre. Il trasporto può ridurre le emissioni sia attraverso la diffusione di mezzi elettrici che di sistemi refrigeranti a zero emissioni per garantire la salvaguardia dei prodotti agricoli. Relativamente al riutilizzo di sottoprodotti e sul packaging c’è ancora molto da fare. Se da un lato sul packaging sono già adottate soluzioni sostenibili che vanno diffuse maggiormente, va approfondito il tema del riutilizzo di sottoprodotti (in alcuni casi ostacolato da barriere normative) e l’opportunità di “simbiosi industriale” con altre filiere per l’utilizzo degli scarti vegetali (es: realizzazione di impianti di compostaggio o digestione anaerobica, ecc…).
Guardando al futuro, lo studio propone di concentrarsi su tre i fattori: l’acquisizione e lo sviluppo di competenze, essenziali per garantire una gestione efficace delle risorse e l’adozione di pratiche agricole sostenibili; una gestione oculata delle risorse finanziarie e naturali disponibili, investendo capitali in tecnologie già disponibili per l’efficientamento dei macchinari e una maggiore sicurezza alimentare; puntare all’innovazione tecnologica per migliorare la competitività del settore agricolo della Piana del Sele attraverso investimenti in attività di ricerca e sviluppo e la condivisione delle migliori pratiche all’interno della comunità agricola.
Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola: “Il lavoro che presentiamo oggi non parla solo di filiere sostenibili della Piana del Sele ma di un’idea d’Italia. La collaborazione da anni avviata con il mondo delle BCC si basa proprio sulla convinzione che l’Italia deve fare l’Italia. Ed è fondata sulla condivisione di quei valori che sono nel dna di Symbola: qualità, sostenibilità, legami col territorio e le comunità, innovazione, bellezza. Sono i valori attorno ai quali le banche sono cresciute, un modello che per risultati economici e impatti sociali rappresenta un esempio a cui deve ispirarsi il mondo del credito italiano, e non solo. Imprese che non hanno come unico criterio di scelta quello della convenienza economica. Imprese che, sulla strada della sostenibilità, come dice il Manifesto di Assisi, sono più forti proprio perché più a misura d’uomo”.
Lucio Alfieri, presidente BCC Magna Grecia: “Un ringraziamento alla fondazione Symbola per l’ottimo lavoro portato a termine. Questo sviluppo, siamo certi, darà un ulteriore impulso all’industria della IV Gamma che da sempre rappresenta un’eccellenza nel campo dell’innovazione e della sostenibilità. La collaborazione sinergica con le tre Bcc, da sempre impegnate allo sviluppo del territorio, è la dimostrazione che UNITI FACCIAMO LA DIFFERENZA”.
Camillo Catarozzo, presidente Bcc Campania Centro: “Con il progetto filiere sostenibili vogliamo dare un contributo alla competitività del sistema produttivo della piana del Sele. per farlo abbiamo capito che era necessaria una nuova alleanza tra le tre BCC, le imprese e le associazioni di categoria del territorio, che ci fosse un partner scientifico per aiutarci nel percorso e le risorse adeguate. Nasce in questi mesi di lavoro l’idea di attivare un plafond comune alle tre banche di 20 mln di euro per finanziare progetti ci imprese che vogliono andare in questa direzione. Un metodo che nel 2025 estenderemo alla filiera bufalina e che nel futuro potrebbe estendersi anche ad altre filiere del territorio”.
Rosario Pingaro, presidente BCC Capaccio Paestum e Serino: “Negli ultimi anni si sta diffondendo una nuova consapevolezza nei confronti delle tematiche di sostenibilità, la visione del futuro non può prescindere dai fattori ESG (Environmental, Social, Governance), temi di impatto ambientale che andranno sempre più ad incidere sui processi produttivi. Per questo motivo la BCC Capaccio Paestum e Serino è particolarmente orgogliosa di aver partecipato, insieme alle consorelle BCC Campania Centro e BCC Magna Grecia, alla realizzazione di questo studio, coordinato dalla Fondazione Symbola, finalizzato ad individuare soluzioni innovative per il settore della IV gamma nella Piana del Sele. Il Progetto “Filiere Sostenibili della Piana del Sele” ha permesso di individuare criticità e proporre soluzioni fattibili e strategie innovative per migliorare l’impatto ambientale della filiera della IV gamma. Grazie a questo studio, le aziende della filiera che hanno partecipato al Progetto hanno intrapreso azioni concrete per la sostenibilità. L’augurio è che, seguendo l’esempio delle aziende pilota del Progetto, le buone pratiche possano presto diffondersi in tutta la Piana del Sele, permettendo alle imprese di innovarsi per migliorare il profilo aziendale e la competitività”.
Andrea Prete, presidente Camera di Commercio di Salerno: “L’agroalimentare è il comparto più rilevante dei settori economici della provincia di Salerno, capace di collocare la provincia di Salerno al sesto posto in Italia per valore dell’export, che diventa il primo se consideriamo solo il Centro-Sud. Anche in termini di fatturato, l’incidenza a Salerno è tre volte quello medio nazionale (10,4% sul totale, mentre in Italia è il 3,5%). Numeri significativi che hanno spinto la Camera di Commercio di Salerno a ideare e realizzare il progetto “Agrifood Future”, un evento dedicato al cibo, analizzato e discusso nei suoi vari aspetti quali l’innovazione, l’alimentazione, la salute, la sostenibilità, il turismo, la cultura, l’economia e i mercati. Il successo della prima edizione (settembre 2023) ha convinto l’Ente camerale a far sì che lo stesso diventi un appuntamento ricorrente nel tempo, per creare così un contesto periodico in cui si possa discutere dell’innovazione, della digitalizzazione e della transizione ecologica nel settore agroalimentare: tutte leve che lo renderanno resiliente nei confronti dei cambiamenti dei prossimi anni”.
Marco Frey, presidente comitato scientifico Fondazione Symbola: “L’analisi ha consentito di individuare una capacità diffusa da parte delle imprese della Piana del Sele nel comprendere e affrontare le sfide del settore della IV Gamma nell’ambito della sostenibilità ambientale ma anche la necessità di supporto per continuare a mantenere e rafforzare la loro leadership nell’ambito dell’innovazione sostenibile del settore”.
Il rapporto si trova su www.symbola.net