Un incarico, quello di presidente di Finmeccanica, durato ben 9 anni. Ma Guarguagnini ha detto basta. Complici anche le recenti vicende giudiziarie, un epilogo del genere era quasi scontato.
Pier Francesco Guarguagnini ha guidato Finmeccanica, facendo in modo che diventasse un attore di primo piano nel panorama internazionale con un giro d’affari nel 2010 di 18,7 miliardi, ordini per 22,5 miliardi, un utile netto di 557 milioni e circa 75mila addetti in tutto il mondo.
Arrivato al comando di Finmeccanica nel 2002 il 74enne manager nato a Castagneto Carducci in provincia di Livorno, declina la sua strategia concentrandosi sui business dell’aerospazio e della difesa. Un’azione che passa anche attraverso un programma di acquisizioni internazionali che accrescono il peso della società a livello mondiale. In particolare nel settore elicotteristico con la britannica Westland dando vita ad AgustaWestland e nella difesa con la statunintense Drs. Operazioni che consentono alla holding italiana di considerare Uk e Usa come ‘mercati domestici’. Guarguaglini resta saldo al comando fino al 4 maggio 2011 quando, già coinvolto nell’inchiesta Enav-Selex (insieme alla moglie Marina Grossi, ad di Selex Sistemi Integrati), lascia la poltrona di ad a Giuseppe Orsi conservando quella di presidente con ampie deleghe. Una convivenza che, malgrado le dichiarazioni pubbliche, non si rivela tutt’altro che facile.
A peggiorare la situazione la crisi economica e i consistenti tagli ai busget della Difesa a livello mondiale e la rivolta in Libia, mercato dove Finmeccanica, è ben presente. I primi nove mesi di chiudono con una perdita di 324 milioni e anche le previsioni per l’intero anno indicano “una perdita significativa”. Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta appesantiscono ulteriormente la posizione di Guarguaglini e le pressioni per una sua uscita si fanno di fatto insostenibili. Si arriva così all’epilogo di oggi. Guarguaglini si dimette e il cda sceglie la soluzione interna, la più logica e la meno dirompente con Orsi che assume la carica di presidente che va a cumulare a quella di ad.