Fino al 30 aprile al Teatro Tordinona ‘ULISSE, MACERATA’, per la prima volta in scena a Roma

Ulisse contro Ulisse

In scena fino al 30 aprile al teatro Tordinona “Ulisse, Macerata”, opera teatrale che vede Luigi Moretti nel doppio ruolo di attore e regista.

Il testo, scritto da Fiammetta Carena, come si evince dal titolo, ha come protagonista Ulisse. Uomo intorno alla sessantina. Non di Itaca, ma di Macerata. Non parla greco, ma un dialetto accentuato e grottesco. Non è intelligente: dimentichiamoci la mêtis di omerica memoria!

Fin dalle prime battute viene tratteggiato un essere umano rozzo, dedito al calcio, al sesso, al turpiloquio, alla discriminazione e all’odio in questo caso indiscriminato verso tutti e tutte. Omosessuali, ebrei, immigrati, donne… ma anche odio verso il suo stesso figlio e la sua stessa moglie.

Vive di poco, piccoli lavori, spesso a nero. Si arrangia mentre blatera di veritá, ingiustizie, case farmaceutiche, complotti e multinazionali. Tutti discorsi estremamente superficiali, argomentazioni da peggiore pensilina dell’autobus.

Il niente misto a niente.

Quest’uomo lo vediamo percorrere un viaggio di ritorno a casa, tra scudetti persi e prestazioni sessuali a pagamento con prostitute nere. Perché lui è razzista a bisogno come onesto a chiacchiere.

L’opera è strutturata in un atto unico di circa un’ora in cui il bravissimo Luigi Moretti con il physique du rôle per poter interpretare perfettamente questo ruolo, si imbarca in un viaggio di andata a Troia, cittadina immaginaria con cui la sua città ha perso lo scudetto, e ritorno a casa da Penelope, la moglie, Telemaco, il figlio, ma soprattutto da Argo, il suo cane, l’unico vivente per cui prova un sentimento d’amore.

Moretti, da solo in scena , riesce a rendere credibili tutta una serie di incontri con vari personaggi che hanno gli stessi nomi nonché divertenti analogie di quelli che incontra sul cammino l’omonimo mitologico.

La scena unica ideata da Guerrino Andreani è grigia, povera, misera come l’esistenza e l’essenza del protagonista.

Ad intervallare validamente le parti di monologo, registrazioni audio di brani dell’odissea in cui si declamano versi di ira, invecchiamento e patimenti.

I costumi di Stefania Cempioni sono proprio giusti: sia l’outfit che l’underwear di Ulisse che ci rimanda a passate memorie di un Umberto del Nord che deliziava gli italiani con le sue canottiere bianche a costine con spallina stretta, mentre blaterava di averlo duro lui e i suoi compagni di partito.

Lo spettacolo è prodotto dalla Compagnia del Sole con con il sostegno del MIC, direzione generale spettacolo (Foto di Rodolfo Marziali).

Barbara Lalle

 

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