Il sindaco di Firenze Dario Nardella osserva la voragine apertasi sul lungarno Torrigiani a Firenze, nei pressi di Ponte Vecchio, in pieno centro della città, 25 maggio 2016. ANSA / MAURIZIO DEGL'INNOCENTI

Firenze, voragine inghiotte auto e cambia il volto del Lungarno

FIRENZE. Nessun boato ma solo un lento scivolamento nella voragine che in pochi minuti si è aperta su un fronte lungo quasi 200 metri, largo sette e profondo oltre tre metri e mezzo. Così sono ‘sparite’ una ventina di auto posteggiate sul lungarno Torrigiani, non lontano dal Ponte Vecchio, sulla sponda opposta dell’Arno su cui si affaccia la Galleria degli Uffizi. Alle 6.14 senza che prima qualcuno abbia avvertito niente, l’oltrarno fiorentino cambia volto. Quella che da sempre è una delle ‘cartoline’ più amate dai turisti, è stravolta e fa il giro del mondo. Sul posto i primi ad arrivare i vigili del fuoco, la polizia municipale e mezzi del 118. Solo il caso, la fortuna o, “chiamatelo come volete”, dice uno dei primi soccorritori, ha fatto sì che non si contino danni a persone: nessuno è rimasto ferito. Solo danni materiali: una stima del sindaco Dario Nardella, tra i primi ad arrivare stamani, è di oltre 5 milioni di euro. In realtà un allarme nella zona era scattato qualche ora prima quando, intorno a mezzanotte e mezzo, polizia municipale e vigili del fuoco erano stati chiamati perché il manto stradale si stava trasformando in un torrente. I tecnici di Publiacqua, la società che gestisce l’acquedotto, hanno lavorato su una tubazione a monte, a circa 200 metri rispetto a dove, sei ore più tardi, si è aperta la voragine. A qualcuno la scena ricorda l’alluvione del 1966, di cui quest’anno Firenze celebrerà il cinquantesimo. Il lungarno Torrigiani viene chiuso e nella zona arrivano i mezzi della protezione civile e delle altre forze dell’ordine. Chi abita nei palazzi, davanti alla voragine, si affaccia alla finestra e le prime foto fanno il giro dei social. Chiedono, con sguardo sbigottito più che arrabbiato, se devono lasciare lasciare le case: l’invito ad uscire per una ventina di persone sarà dato solo qualche ora più tardi (per consentire le verifiche di stabilità di tre palazzi). Si cercano i responsabili di Publiacqua e intorno alle 7 l’erogazione dell’acqua viene interrotta in molte zone della città. La voragine, che ha causato anche danni alla spalletta dell’Arno, sembra sia stata causata da un grosso tubo dell’acquedotto, 70 centimetri il diametro, ma la conferma, forse, si avrà solo nei prossimi giorni. Nell’Unita di comando locale dei vigili del fuoco, già operativa poco dopo le 8, si svolgono le prime riunioni con il sindaco e i tecnici. Ci sono telecamere, fotografi e giornalisti che si aggirano cercando di riprendere le idrovore in funzione per gettare nel fiume l’acqua che è nella voragine e ricopre molte auto. Arrivano anche i primi proprietari delle vetture, tanti sono stranieri. Nelle scuole della città, poche quelle che hanno chiuso, arrivano le autobotti. Mentre si lavora per mettere in sicurezza l’area, un altro pezzo di asfalto viene inghiottito davanti alle telecamere. Ma poco dopo arriva la conferma che i palazzi non hanno subito danni. Un sospiro di sollievo: i proprietari in serata potranno rientrare nelle case. Sulla sponda opposta è in funzione il radar dell’Università di Firenze per monitorare gli spostamenti del muro e della spalletta. E’ lo stesso radar usato al Giglio per monitorare la Concordia. Arriva anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti che, con Nardella, fa un sopralluogo e assicura l’impegno del governo. L’acquedotto, alle 11.30, riparte anche se solo nel tardo pomeriggio la pressione torna quasi regolare in città, ma non nella zona. Dalla procura la conferma che un fascicolo, per ora senza indagati, è stato aperto. Le idrovore finiscono il loro lavoro e arrivano i primi carri attrezzi per rimuovere le vetture sui lati della voragine. Poi due grandi gru, una privata e una dei vigili del fuoco, vengono posizionate: ormai ci sono le tv internazionali. Dalla sponda opposta molti turisti fotografano le auto che vengono sollevate e spostate. L’ultima alle 19.30. Anche il traffico, sui lungarni e nell’Oltrarno, ne risente, ma poche sono le proteste. Tanti i curiosi tenuti però a distanza dalle forze dell’ordine. Se sui social va in scena anche l’ironia e la rabbia dei fiorentini, e non solo, partono anche le polemiche. La politica si scatena: da Roma come a Firenze, si chiede conto di quanto successo a Nardella ma anche al suo predecessore, e attuale premier, Matteo Renzi. Lo stesso sindaco chiede spiegazioni a Publiacqua ma solo nei prossimi giorni sarà possibile capirlo: ‘Voglio i responsabili. Se è stato un errore umano chi ha sbagliato dovrà pagare’.

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