Fisco, il 54,2% degli evasori sono Partite Iva

Partite Iva in testa (con il 54,2%) nella ‘gara’ per il mancato versamento di tasse e contributi, ma il fenomeno è trasversale, poiché è rilevante (con il restante 46,8%) pure la percentuale di quella generalità di contribuenti evasori, di cui oltre l’85% sono lavoratori dipendenti e pensionati. A metterlo nero su bianco la Fondazione nazionale dei commercialisti, che ha esaminato i dati contenuti nella Relazione annuale sull’evasione fiscale e contributiva, scandagliando i particolari di quei 107,7 miliardi di tassazione e contribuzione complessivamente assenti, e scoprendo che l’evasione riconducibile al lavoro dipendente irregolare ammonta a 15 miliardi.

 È, tuttavia, tengono a precisare i professionisti, un luogo comune che a nascondere all’Erario parte dei propri proventi sia prevalentemente chi opera nella ‘galassia’ dell’attività autonoma (individuali, società di persone, società di capitali): vi sono, infatti, una serie di voci ‘trasversali’ alla contrapposizione dipendenti/pensionati versus autonomi/imprese, come quelle riguardanti la mancata corresponsione del canone Rai, il pagamento dell’Imu e le locazioni immobiliari, per totali 7,4 miliardi. Nel contempo, però, si osserva come interamente riconducibili all’evasione propria delle Partite Iva siano le voci relative a Irpef per lavoro autonomo e impresa, Irap e Ires, per complessivi 49,5 miliardi.

Nel calcolo, si ancora legge nel documento, rimangono, infine, i 35,8 miliardi di evasione Iva, per i quali è, tuttavia, necessario distinguere tra consumi intermedi (con controparte di chi fattura, o dovrebbe fatturare un’altra Partita Iva) e consumi finali (con controparte di chi fattura, o dovrebbe fatturare un consumatore finale non Partita Iva). I commercialisti, perciò, tirano così le somme: dei 35,8 miliardi di Iva ‘occultata’ al Fisco, 26,3 miliardi (pari al 73,4% del totale) sarebbero riconducibili ad un’evasione che si realizza nelle transazioni con consumatori finali non ‘Partite Iva’, per effetto del convergente interesse» degli autonomi di «non fatturare (per poi non dichiarare ai fini delle imposte sul reddito i propri ricavi, o compensi) e della persona fisica consumatore finale di non pagare l’Iva a suo carico in aggiunta al ricavo, o compenso che corrisponde a chi gli cede un bene, o gli presta un servizio.

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