A file photo dated 08 December 2011 shows an exterior view of the offices of Fitch Ratings in New York, USA. ANSA/JUSTIN LANE

Fitch conferma rating Italia BBB, outlook negativo

La crisi di governo affossa Piazza Affari che chiude in calo del 2,48% e brucia 15 miliardi di capitalizzazione. Sotto pressione le banche che hanno risentito delle tensioni sui titoli di Stato con lo spread tra Btp e Bund tedesco che, dopo aver toccato i 240 punti, ha archiviato la seduta a 238. Fitch intanto conferma il rating BBB dell’Italia con outlook negativo, mettendo in evidenza come sul Belpaese pesino l’elevato debito pubblico, la lenta crescita e l’incertezza politica.

Nel caso di nuove elezioni – osserva Fitch – il futuro governo dovrebbe attenersi alle regole di bilancio europee al fine di evitare rischi al ribasso per il Paese, già alle prese con una crescita al palo. L’agenzia infatti stima un pil in aumento quest’anno dello 0,1%, mentre per il 2020 è previsto al +0,5%. Lo spettro delle elezioni anticipate ha provocato tensione sul fronte obbligazionario con lo spread che si è portato ai livelli di giugno scorso con il rendimento del decennale italiano all’1,8%. Una fiammata che se persistesse potrebbe costare allo Stato oltre un miliardo in più in termini di maggiori interessi.

In questo contesto si è conclusa con un tasso che torna in positivo allo 0,107%, rispetto al -0,061 di luglio, l’asta dei Bot a un anno. Il Tesoro ha collocato tutti i 6,5 miliardi di euro di titoli in offerta a fronte di una domanda che ha raggiunto i 9,338 miliardi, con un rapporto di copertura calato da 1,47 a 1,44.

La situazione politica italiana ha colto di sorpresa gli analisti finanziari che fino a ieri ipotizzavano un ritorno alle urne “non prima della primavera del 2020”. Tra di loro c’è grande attenzione per i prossimi appuntamenti con l’indicazione del commissario europeo e la prossima manovra finanziaria. Ricco il calendario delle scadenze che vanno dal 27 settembre, con la presentazione in parlamento dell’aggiornamento del Def, alla presentazione della manovra a Bruxelles che dovrà a sua volta replicare entro il 30 novembre. C’è poi la questione dell’aumento dell’Iva che, secondo gli analisti, un “nuovo governo potrebbe non avere il tempo sufficiente di evitare”. Sullo sfondo resta l’incertezza anche sull’esito di “eventuali elezioni anticipate e sui rapporti futuri con la commissione europea”. E proprio qui si innestano i giudizi delle agenzie di rating che arriveranno a breve scadenza: il prossimo appuntamento dopo Fitch è quello con Moody’s il 6 settembre; il 25 ottobre sarà poi la volta di S&P.

La Borsa di Milano, dopo il rimbalzo di giovedì, è tornata nuovamente a fare i conti con le vendite, in modo particolare sul comparto bancario. Piazza Affari è stato il peggior listino europeo in un clima già appesantito dalla sostanziale debolezza dovuta alle preoccupazioni legate alla guerra dei dazi e alle tensioni Usa-Cina. Giovedì il rafforzamento dello Yuan aveva dato una tregua ai mercati, lasciando ben sperare sulla ripresa dei negoziati a settembre.

Poi è arrivata la tegola dalla Casa Bianca con Trump che sottolinea come “non siamo ancora pronti per un accordo”. Timori anche per le notizie che arrivano dal Regno Unito, dove il premier Boris Johnson potrebbe indire le elezioni subito dopo la Brexit, in calendario a fine ottobre. A Piazza Affari le turbolenze delle ultime ore hanno influito sugli scambi, generalmente molto bassi nel periodo estivo, che hanno raggiunto quota 2,8 miliardi di euro, rispetto ad una media delle ultime sedute inferiore ai 2 miliardi. Che la giornata fosse pesante lo si è capito sin dall’apertura con l’indice Ftse Mib in calo dell’1,6% per poi peggiorare a -2%.

Le vendite si sono concentrate sugli istituti di credito da Banco Bpm (-9,12%) a Mps (-8,54%), Ubi (-8,42%), Bper (-7%), Unicredit (-5,13%) e Intesa (-3,63%). Pochi i titoli in controtendenza, tra cui Atlantia (+2,94%), che ha beneficiato proprio della crisi di un esecutivo orientato a levarle la concessione dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova. In rialzo anche Moncler (+2,29%) e Amplifon (+0,55%), meno pesanti dell’indice Fca (-2,06%) e Ferrari (-2,1%).

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