E non è finita, perché – stessa commissione, stessa Camera – alle riserve di Flick sul ddl Zan vanno ad aggiungersi le critiche dell’ex-magistrato Carlo Nordio: ‘Aderisco a quanto detto da Flick’, premette l’ex-procuratore aggiunto di Venezia. Nel testo – spiega – c’è una carenza di specificità e tassatività che deve connotare ogni norma penale. Anche una matricola della facoltà di giurisprudenza lo sa. Nordio è costretto a fare l’analisi del testo articolo per articolo, soffermandosi un particolare sull’1 e sul 4.
Il primo è quello che parla di orientamento sessuale ma, obietta Nordio, ‘dà un definizione spuria che può ritorcersi contro le intenzioni del legislatore’. E questo perché all’articolo 1 ‘vi è un agglomerato di sostantivi e aggettivi che possono dire tutto e il contrario di tutto’. Ragion per cui suggerisce di procedere ‘a una riduzione dell’impalcatura lessicale’. Quanto all’altro, il 4, ‘o è superfluo o è dannoso’. Non è chiaro se sia ‘esimente, scusante o elemento strutturale del reato’.