Flick e Nordio sul Ddl Zan: ‘Da rifare’

Giovanni Maria Flick pur condividendo  l’obiettivo di contrastare l’omotransfobia nel ddl Zan,  da giurista  su certi strafalcioni non può certo passarci: ‘Ho riserve su come la legge è stata formulata, c’è difficoltà per il giudice, per mancanza di tipicità e tassatività delle norma. Genere, orientamento sessuale e identità di genere finiscono per confondere’. La legge va modificata.

E non è finita, perché – stessa commissione, stessa Camera – alle riserve di Flick sul ddl Zan vanno ad aggiungersi le critiche dell’ex-magistrato Carlo Nordio: ‘Aderisco a quanto detto da Flick’, premette l’ex-procuratore aggiunto di Venezia. Nel testo – spiega – c’è una carenza di specificità e tassatività che deve connotare ogni norma penale. Anche una matricola della facoltà di giurisprudenza lo sa. Nordio è costretto a fare l’analisi del testo articolo per articolo, soffermandosi un particolare sull’1 e sul 4.

Il primo è quello che parla di orientamento sessuale ma, obietta Nordio, ‘dà un definizione spuria che può ritorcersi contro le intenzioni del legislatore’. E questo perché all’articolo 1 ‘vi è un agglomerato di sostantivi e aggettivi che possono dire tutto e il contrario di tutto’. Ragion per cui suggerisce di procedere ‘a una riduzione dell’impalcatura lessicale’. Quanto all’altro, il 4, ‘o è superfluo o è dannoso’.  Non è chiaro se sia ‘esimente, scusante o elemento strutturale del reato’.

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