Mentre decolla la riforma del terzo settore, l’Agenzia delle Entrate rende pubblici gli elenchi del cinque per mille, la quota Irpef dedicata alle attività socialmente rilevanti. E, come ogni anno, le liste diventano sempre più affollate degli enti più improbabili. Dai gruppi folkloristici ai radioamatori, passando per scuole di danza, associazioni di Tuareg e squadre di tiro a segno, negli elenchi c’è veramente di tutto. Così, soggetti come la fondazione Veronesi o l’Istituto nazionale dei tumori devono affrontare una concorrenza spietata che, ormai, viaggia intorno ai 57mila nomi.
Nel 2015 gli aspiranti beneficiari erano poco meno di 50mila, nel 2016 le iscrizioni erano salite a quota 50.239, mentre stando ai dati di quest’anno, resi noti pochi giorni fa, siamo arrivato a 56.581, con quasi 8mila nuovi inserimenti. Le categorie alle quali è possibile iscriversi sono quattro: ricerca scientifica, ricerca sanitaria, associazioni sportive dilettantistiche ed enti di volontariato. A queste vanno aggiunti i Comuni.
Le cose cambiano decisamente per le altre due voci. Le associazioni sportive sono 7.760 mentre gli enti di volontariato sono 40.594.
È possibile finanziare l’ente editoriale per il corpo della Guardia di finanza, l’associazione il mondo Tuareg, l’istituto di ricerca della coscienza o quello di studi storici postali. Sul fronte della cultura, i grandi teatri sono messi nello stesso calderone delle filodrammatiche di paese: ci sono i teatri stabili ma anche decine di associazioni di amatori.
Molte scuole di danza, poi, hanno preso la forma di associazioni sportive. Hanno nomi come Profession dance, Fantasy dance e Dance academy: al posto della ricerca è possibile dare qualche euro alle danze caraibiche.