“La stabilizzazione dei precari nel comparto della medicina penitenziaria non può più attendere. La mia battaglia, portata avanti già nella passata legislatura, deve trovare una risposta. Porterò al più presto questa istanza in commissione Sanità e Sicurezza sociale, in modo da rivolgere al governatore Vincenzo De Luca l’appello alla risoluzione definitiva di un problema che si trascina da anni”. Flora Beneduce riprende con la stessa determinazione un tema che deve essere prioritario nell’agenda del Consiglio regionale della Campania, quella della Sanità nelle carceri. L’onorevole Beneduce, in un tour istituzionale nelle case circondariali, aveva già avuto modo di constatare la condizione dei pazienti e aveva chiesto il rispetto del diritto alla salute per i detenuti, compresso l’insufficienza del personale medico e paramedico, e l’inadeguatezza o, peggio, l’assenza di strumentazioni. Ora il consigliere regionale di Forza Italia porta all’attenzione del presidente della giunta campana l’altra parte del problema, quella legata ai precari della medicina penitenziaria, che lavorano in un contesto problematico, senza la sicurezza economica e psicologica legata al contratto a tempo indeterminato. Alla Napoli 1 nel comparto di medicina penitenziaria di Poggioreale e Secondigliano, ci sono 41 infermieri, 8 Oss, 2 tecnici di laboratorio, 2 tecnici di fkt, un tecnico di radiologia e diversi medici con contratto atipico, che attendono la stabilizzazione dal 2008. Mi sono fatta interprete delle istanze di medici, infermieri, tecnici di radiologia, con contratti atipici, che chiedono di uscire dal precariato, conclude l’onorevole Beneduce . Si tratta di un’esigenza che ritengo improcrastinabile per gli operatori e, di conseguenza, per l’intero comparto. Il rapporto di lavoro regolato attraverso partita Iva, per chi svolge un’attività così onerosa, sotto il profilo fisico e psicologico, e sente di non avere prospettive, sta diventando insostenibile, soprattutto all’Asli Napoli 1. Se i fondi stanziati dal ministero della Giustizia e destinati alla medicina penitenziaria ci sono, perché non si avviano le procedure per dare una prospettiva di stabilità a chi ancora viene retribuito attraverso partita Iva? A fine gennaio arrivava la notizia dello stanziamento di 165, 424 milioni di euro per il comparto della sanità nelle carceri. Spero che quelli destinati alle case circondariali in Campania possano apportare un miglioramento considerevole per i reclusi e per il personale.
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