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Il Fondo monetario internazionale mette nel mirino la locomotiva economica dell’Europa. L’istituto guidato da Christine Lagarde taglia le previsioni di crescita globale della Germania nel mese di gennaio all’1,3%. E il numero uno del FMI, in un colloquio con il Die Ziet, non esclude una ulteriore revisione al ribasso della prospettive di crescita della prima economia dell’Eurozona. E se questo dovesse veramente tradursi in realtà significa stagnazione per tutto il mercato Ue: se la locomotiva dell’Europa rallenta la corsa o addirittura si ferma l’intero sistema rischia di crollare. Gioie e delizie, queste, del potere ‘delegato’ alle sole esigenze di un unico Paese.
La francese Lagarde esorta il governo di Angela Merkel ad investire di più in progetti per favorire l’industria tedesca e, di conseguenza, l’indotto europeo. E a chiedere un maggiore impegno di Berlino negli investimenti per contrastare la ‘recessione’ è anche Ulrich Ueckerseifer. L’esperto di economia della radio e tv pubblica tedesca, intervistato da l’Avvenire spiega che la Germania deve tornare ad investire per contrastare la recessione. Un evento, quest’ultimo, evitato per un soffio cosa non successa, invece, per l’Italia. Infatti, il Pil reale, del quarto trimestre, dopo il -0,2% del periodo luglio-settembre, è infatti rimasto invariato sul trimestre precedente, rivelando così un’economia piatta.
