Per ogni lavoratore occupato il ‘caporale’ tratteneva per sè da un minimo di 2 a un massimo di 5 euro. E’ quanto emerso dai controlli effettuati in provincia di Foggia da una task force anti caporalato formata nell’ambito del protocollo di cooperazione contro il lavoro sommerso e irregolare in agricoltura, firmato il 12 luglio scorso tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, quello della Difesa e quello delle Politiche Agricole.
La task force, costituita da carabinieri del Comando Provinciale e dell’Ispettorato del Lavoro, Direzione Territoriale del Lavoro e Comando Provinciale del Corpo Forestale, ha identificato complessivamente e denunciato per ‘esercizio abusivo dell’attività di intermediazione di manodopera’ cinque cittadini rumeni e un cittadino del Mali. Grazie a controlli e pedinamenti svolti alle prime ore del mattino, i militari hanno individuato i furgoni a bordo dei quali salivano i braccianti agricoli; successivamente i mezzi sono stati bloccati nel momento in cui stavano per raggiungere il fondo, dove avrebbero dovuto lasciare i lavoratori. Sono stati identificati in tutto 52 braccianti sia di nazionalità rumena che extracomunitari.