Ha approfittato della donna in un momento in cui in ufficio non c’era nessuno. Ma la violenza è stata interrotta dal tempestivo intervento dei colleghi giunti a lavoro, però, solo successivamente. E’ stato grazie alla confessione della vittima, una ragazza di soli 25 anni, che il carabinieri della stazione di Lucera, in provincia di Foggia, hanno messo in manette P.G., 37 anni. L’arresto è avvenuto in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale della cittadina federiciana Filomena Mari, su richiesta del pubblico ministero Pasquale De Luca. La stessa ragazza ha raccontato ai militari che la mattina del 5 luglio scorso si era recata più presto del solito nello stabilimento presso cui lavora. Ad aspettarla trovò solo il suo aguzzino, un collega che, vista l’assenza degli altri dipendenti, pensò evidentemente che quella era l’occasione propizia. L’uomo, che non aveva mai dato adito a sospetti, dopo averla salutata, aspettò che la vittima entrasse nel suo ufficio, per fare irruzione nella stanza chiudendo a chiave la porta alle sue spalle. Infine, come una furia, si stese su di lei, la scaraventò a terra e cominciò a palpeggiarla dappertutto.
La ragazza cercò di sottrarsi al violentatore, urlando a squarciagola. Per fortuna, dopo poco tempo, arrivarono alcuni colleghi che, attirati dalle urla, bussarono alla porta chiusa. Il 37enne interruppe il tentativo di violenza e aprì la porta dell’ufficio come se niente fosse accaduto. La giovane vittima, impaurita, imbarazzata, piena di vergogna, non ebbe il coraggio di riferire l’accaduto ai suoi provvidenziali soccorritori. Decise peròdi ricorrere alle cure del Pronto Soccorso e confidò tutto ai familiari, tra cui il fidanzato, solo nel pomeriggio. Questi la spronarono a denunciare la violenza. I carabinieri, nel corso delle indagini, hanno ascoltato come testimoni i colleghi di lavoro ed altre persone informate sui fatti le cui versioni sono risultate coincidenti. Anche i risultati degli esami medici hanno confermato l’accaduto. L’indagato e’ stato sottoposto agli arresti domiciliari. Dovrà rispondere di violenza sessuale.