“Chi decide oggi che cosa è un partito? La politica o la magistratura? Su questo punto si gioca una sfida decisiva per la democrazia italiana”. Matteo Renzi, con un post su facebook , attacca la magistratura dopo l’inchiesta sulla fondazione Open e le perquisizioni fatte in diverse regioni italiane. “Perquisire a casa e in azienda, all’alba, persone non indagate che hanno dato lecitamente contributi alla fondazione Open è un atto senza precedenti nella storia del finanziamento alla politica. I finanziamenti alla fondazione sono tutti regolarmente tracciati: trasparenza totale!”. E poi l’attacco diretto alla magistratura. “Due giudici fiorentini -scrive Renzi – decidono che Open non è una fondazione ma un partito. E quindi cambiano le regole in modo retroattivo. Aprendo indagini per finanziamento illecito ai partiti! Ma come? Se era una fondazione, come può essere finanziamento illecito a un partito?”. E poi la richiesta alle Istituzioni, e quindi al Parlamento, di intervenire su questo caso. “Chiameremo in causa tutti i livelli istituzionali per sapere se i partiti sono quelli previsti dall’articolo 49 della Costituzione o quelli decisi da due magistrati fiorentini”. Una richiesta che sa tanto di commissione parlamentare che viene rilanciata dal suo ‘alleato’ di governo, Luigi Di Maio. Che su Facebook scrive. “Dobbiamo fare chiarezza. Serve subito una commissione d’inchiesta sui fondi ai partiti, inclusi associazioni, fondazioni, movimenti. Tutti ci dobbiamo sottoporre a questa commissione d’inchiesta”. “Faremo in modo – assicura Di Maio – che il Parlamento possa discutere una legge per l’istituzione della commissione d’inchiesta sui fondi ai partiti e faremo in modo di portarla a casa il prima possibile”. E, provocatoriamente, il leader di Italia Viva, chiude il suo post chiedendo a “tutte le aziende di NON finanziare Italia Viva se non vogliono rischiare: possiamo raccogliere solo microdonazioni di cittadini che non accettano questa gara al massacro contro di noi”.
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