Franco Fiorito finisce in manette. L’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, è stato arrestato questa mattina per peculato. Il provvedimento è stato eseguito su richiesta della procura della Repubblica che aveva ottenuto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere dal gip Stefano Aprile, il quale ha deciso l’arresto, anche per scongiurare il pericolo di fuga e inquinamento delle prove. Allo stato l’unico reato ipotizzato è quello di peculato con riferimento alla somma di 1,3 mln di euro, di cui si sarebbe appropriato l’ex capogruppo del Pdl del consiglio regionale del Lazio.
Fiorito è stato arrestato su ordine del gip dai finanzieri del Nucleo di polizia valutaria, che partecipano alle indagini del procuratore aggiunto Alberto Caperna e del pubblico ministero Alberto Pioletti.
Nei giorni scorsi era già stata ventilata l’ipotesi che per i fatti di cui è ritenuto responsabile i magistrati fossero decisi a disporre l’arresto dell’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio.
Caldaia e jeep acquistate con i soldi del Pdl. Tra le spese che Fiorito avrebbe effettuato con i soldi del gruppo Pdl, ci sarebbe anche una caldaia per la villa al Circeo e una Jeep acquistata durante l’emergenza neve a Roma. E’ quanto accertato da Pm e Guardia di Finanza secondo cui Fiorito, il 13 febbraio scorso avrebbe acquistato l’auto in questione per un valore di 35 mila euro. Anche la villa al Circeo, costata 800mila euro, sarebbe stata pagata con i fondi del Pdl, secondo il gip. “ Gli ingenti trasferimenti di denaro del Gruppo Pdl a favore dei conti correnti personali di Fiorito e i vari prelievi, anche per contanti, dallo stesso effettuati sui conti del gruppo Pdl – è scritto – rendono verosimile ritenere che la provvista utilizzata per pagare l’intero prezzo della villa sia comunque proveniente dai delitti contestati”.
“Inoltre, scrive ancora il Gip, frammenti di fatture destinate al gruppo consiliare del Pdl sono stati ritrovati nel tritacarte e nella pattumiera dell’abitazione”.
Dunque Fiorito avrebbe manipolato e distrutto liberamente la documentazione di cui disponeva. Secondo il Gip Stefano Aprile l’ex capogruppo del Pdl ha utilizzato, in particolare, alcune fatture per “formare dossier riguardanti i suoi più diretti avversari politici nell’ambito del Gruppo consiliare e consegnarli agli organi di informazione”.
Inoltre l’ex capogruppo del Pdl Lazio avrebbe fatto un uso incontrollato di carte di credito, bancomat e assegni a tal punto che “molte spese, per quanto si è finora potuto verificare, non trovano corrispondente giustificazione contabile” .
I giudici hanno anche accertato che sul conto di Fiorito fossero finiti 193 bonifici, per un valore complessivo di 1,380 milioni di euro. Fiorito avrebbe sottratto la somma dai fondi per il gruppo Pdl.
“Er Batman” avrebbe quindi movimentato in due anni, 6 milioni di euro, dei quali 4 milioni solo di bonifici. Di questi, 1 milione e 380 mila euro sarebbero finiti nei conti personali dell’ex capogruppo. In base a quanto accertato, inoltre, Fiorito avrebbe indirizzato nei conti all’estero, aperti in Spagna, circa 350 mila euro mentre poco più di un milione sarebbe stato girato nei conti correnti italiani.
Inoltre i giudici hanno anche verificato chel’ex capogruppo del Pdl non avesse diritto a triplicare la propria disponibilità di fondi in base al cumulo delle cariche. In virtù di questa cumulabilità Fiorito percepiva 300mila euro l’anno, oltre lo stipendio, perché capogruppo e presidente commissione.
Fiorto: “Sono innocente. “Urlo forte la mia innocenza”. Commenta così all’Ansa Franco Fiorito, la condanna al carcere . “Su cosa punterò per difendermi? Sulla verità”, dice spiegando di essere in attesa della formalizzazione dell’arresto. “Mi devono prendere le impronte digitali e poi fare la foto segnaletica”, ha concluso Fiorito. “Non ho paura del carcere sono un uomo forte e mi sento innocente, sono certo che verrà dimostrato. E poi in carcere non credo che troverò gente peggiore di quella che ho frequentato in regione e nel partito. Anzi”
Taormina. ‘Aspettiamo ora l’ordinanza di arresto degli altri 70 consiglieri regionali con riferimento anche a coloro che fanno parte della segreteria dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Lazio”. Lo afferma l’avvocato Carlo Taormina, difensore dell’ex capogruppo del Pdl in Regione Lazio, Franco Fiorito, finito in carcere oggi con l’accusa di peculato. Proprio sul reato contestato dalla Procura di Roma il penalista aggiunge che c’e’ ”un problema serio di qualificazione giuridica dei fatti contestati. Corte Costituzionale, Cassazione e Consiglio di Stato convengono per qualificare i fatti come appropriazione indebita e non come peculato”. In merito alle esigenze cautelari Taormina conclude sostenendo che ”c’era stata la disponibilita’ di restituzione degli atti in possesso di Fiorito e la restituzione del denaro: alla luce di cio’ non ci sono esigenze per l’arresto”