Fondi russi alla Lega, il Pd vuole Salvini in Aula. Zingaretti: Non gli daremo tregua

Dopo gli alleati di Governo del M5S e del premier Giuseppe Conte, anche il Pd chiede che il ministro dell’Interno Matteo Salvini parli in Aula sui presunti fondi russi alla Lega. “Sia chiaro che non gli daremo tregua, finché non verrà in aula”, afferma Zingaretti in un’intervista a La Repubblica. “La Procura e non la politica dovrà accertare la verità – aggiunge -. Ma intanto il leader leghista sta raccontando solo bugie”.

Il ministro dell’Interno”in maniera goffa, ha preso le distanze da questo Gianluca Savoini”, che in realtà è uno stretto collaboratore del Viminale, , prosegue Zingaretti, “quasi non lo conoscesse, smentito da centinaia di foto ed eventi. Davvero credono che si possa discutere di un decreto sicurezza promosso da un ministro che dice bugie?”.

“Se il primo ministro si illude di lavarsi le mani indicando nel suo ministro il responsabile del falso, non ha capito che si sta dando la zappa sui piedi – poi attacca Zingaretti -. Le responsabilità del governo sono palesemente comuni. Il presidente Fico e la presidente Casellati come possono pensare che il Parlamento non sia informato?”.

Sulla stessa linea ma con toni ‘più pacati’, il leader dei 5S. “Secondo me deve andare a riferire in Parlamento sulla questione Russia. Sono sicuro che ci andrà e così ci darà anche modo come maggioranza di difenderlo”, dice Luigi Di Maio. “Soprattutto se si ritiene di essere strumentalizzati, ben venga un chiarimento in Parlamento perché parlare davanti al Parlamento è l’occasione per chiarire non ai parlamentari ma agli italiani. Quando il Parlamento chiama – aggiunge – è giusto che un ministro, un premier, un vicepremier, un sottosegretario risponda”.

Intanto proseguono le indagini della Procura di Milano. Il procuratore di Milano, Francesco Greco, assicura che, almeno per il momento, non sarà sentito il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sui presunti fondi russi alla Lega. Il magistrato ha, inoltre, tenuto a sottolineare che le indagini sul presunto accordo petrolifero con la promessa di un finanziamento da 65 milioni di euro a favore della Lega saranno “lunghe, laboriose, complesse e internazionali”. Il legale di Savoini, l’avvocato Lara Pellegrini, assicura che il suo assistito “parlerà a indagini chiuse”. “Quando sarà depositato il fascicolo del pubblico ministero e avremo modo di studiare le carte renderemo interrogatorio”. Il presidente dell’associazione LombardiaRussia indagato per corruzione internazionale, si è avvalso della facoltà di non rispondere ai magistrati che lo avevano convocato. “Al momento stiamo discutendo di un’inchiesta giornalistica trasferita in sede giudiziaria e noi preferiamo confrontarci sulle prove raccolte dal pm”, sottolinea il legale.

Intanto si muovono anche gli apparati di sicurezza nazionali. Il Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, organo di controllo e garanzia dell’intero Sistema della nostra Intelligence, ha aperto un dossier sul caso Gianluca Savoini, il referente della Lega indagato per corruzione internazionale. Per questo mercoledì ci sarà l’audizione di Luciano Carta, direttore dell’Aise, il nostro Servizio di spionaggio all’estero, che era già prevista in calendario e aveva come ordine del giorno la situazione della Libia, ma ora avrà anche un’appendice russa. Così come la avrà, la prossima settimana, quella di Mario Parente, direttore dell’Aisi, il nostro controspionaggio.

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