‘Partiamo dal presupposto che sicuramente ho usato un’espressione infelice e sbagliata, questo l’ho detto nell’immediato e lo ribadisco in questa sede. In merito però credo sia meritevole di essere oggetto di attenzione. Io credo che questa immigrazione incontrollata rischi di creare dei grossi problemi al futuro del nostro Paese, questo è il significato di quello che volevo dire. Ho usato un’espressione sbagliata e di questo mi dolgo’, ha detto Attilio Fontana, candidato del centrodestra alla guida della Regione Lombardia, intervistato da Rtl 102.5 a ‘Non Stop News’.
La guerra mediatica sulla ‘razza bianca’, e sulla frase di Fontana, rende la notizia clamorosa, che si traferisce nella vita politica e sociale. In questi giorni si parla di razza e della Costituzione, ma nello stesso tempo ricorda il Prof. Ceccanti nel sul blog: ‘Ogni testo è figlio del suo tempo. Il termine ‘razza’ compare anche per condannare le discriminazioni in due testi coevi alla nostra Costituzione, ossia la Dichiarazione Onu del 1948 e la Convenzione Europea del 1950. In astratto, sulla base delle conoscenze scientifiche odierne, sono testi che si potrebbero cambiare, anche l’articolo 3 della nostra Costituzione. Non sono modificabili i principi supremi, ma non la lettera dei singoli articoli. La sottrazione alla revisione dei principi supremi ha come scopo quello di non tornare indietro, ma non anche quello di impedire di andare avanti. Tra l’altro la Prima Parte non solo emendabile, ma è stata emendata in 5 punti: articolo 10 nel 1967, articolo 26 idem, articolo 27 nel 2007, articolo 48 nel 2000, articolo 51 nel 2003. Ma anche se cambiassimo termine i predicatori di odio, gli speculatori sulle paure, si fermerebbero per questo’, precisando che sul termine ‘razza’ ci fu una discussione nella seduta del 24 marzo 1947 dove Cingolani per la Dc avrebbe voluto sostituirla con la parola ‘stirpe’, considerata più neutra.
Renzo Laconi in risposta sostenne che: ‘Noi non possiamo accettare questa proposta, che è già stata presa in esame da tutti coloro che hanno presentato l’emendamento, sia da parte democristiana che da parte nostra. Non possiamo accettarla, perché in questa parte dell’articolo vi è un preciso riferimento a qualche cosa che è realmente accaduto in Italia, al fatto cioè che determinati principî razziali sono stati impiegati come strumento di politica ed hanno fornito un criterio di discriminazione degli italiani, in differenti categorie di reprobi e di eletti. Per questa ragione, cioè per il fatto che questo richiamo alla razza costituisce un richiamo ad un fatto storico realmente avvenuto e che noi vogliamo condannare, oggi in Italia, riteniamo che la parola ‘razza’ debba essere mantenuta. Il fatto che si mantenga questo termine per negare il concetto che vi è legato, affermare l’eguaglianza assoluta di tutti i cittadini, mi pare sia positivo e non negativo’.
Il costituzionalista Meuccio Ruini nella sua dissertazione espresse che era comprensibile che vi sia chi desideri liberarsi da questa parola maledetta, da questo razzismo che sembra una postuma persecuzione verbale; è proprio per reagire a quanto è avvenuto nei regimi nazifascisti, per negare nettamente ogni diseguaglianza che si leghi in qualche modo alla razza ed alle funeste teoriche fabbricate al riguardo, è per questo che, anche con significato di contingenza storica, vogliamo affermare la parità umana e civile delle razze. Questo inciso serve a chiarire la discussione intercorsa sul tema e perchè tanto clamore. Considerando tutte le parole hanno una storia che se la guardiamo in termini etimologici amplia il suo significato e significante, per cui oggi il vocabolo può avere connotazioni negative, in altri momenti e in altri contesti può trasformarsi nell’ antonimo.
In uno studio che presenterà Joachim Grzega contro la propaganda politica, nella conferenza che si terrà il 21 febbraio presso il Senato della Repubblica, in cui interverrà anche Giorgio Benvenuto, ci si chiederà come la propaganda politica sia utilizzata per coinvolgere l’elettorato e quanto le persone si siano mai chiesti sul perchè fa tanto scalpore il termine ‘razza’, ma nessuno si domanda mai perchè nella costituzione italiana non ci sia riferimento alla lingua, val contrario nella dichiarazione dei diritti degli esseri umani, il problema lingua e linguaggio è presente come diritto fondamentale degli esseri umani. Oggi l’espressione razza ci sembra, inteso nella connotazione riferita al nazifascismo, ma quando ci si riferisce che si appartiene alla umana espressione diventa neutra e ci si differenzia dalle altre specie presenti in natura. Quello che non ci fa sobbalzare è il fatto che vengano costantemente citate frasi o espressioni nella lingua non italofona, che pochi riescono a capire nella profondità del significato.