Ex ministro della Famiglia, cattolico di ferro e fedelissimo di Salvini: ecco chi è Lorenzo Fontana, eletto presidente di Montecitorio con 222 voti
Buona la prima anche alla Camera dei deputati. Dopo l’elezione “al primo colpo” di Ignazio La Russa come presidente del Senato, il giorno seguente anche Montecitorio si accorda sulla presidenza nell’ambito della XIX legislatura. E sceglie Lorenzo Fontana che, dopo le tre “fumate nere” di giovedì, nella quarta votazione raggiunge e supera il quorum necessario (201), ottenendo 222 voti.
Il deputato leghista è stato eletto con 13 voti in meno dei 235 a disposizione della coalizione di centrodestra. Coalizione che è stata l’unica ad accogliere il risultato con un applauso. La candidata del Partito democratico, Maria Cecilia Guerra, ha ottenuto 77 voti. I candidati del Movimento 5 Stelle e di Italia Viva-Azione, Federico Cafiero De Raho e Matteo Richetti, hanno raccolto rispettivamente 52 e 22 consensi.
Subito dopo la proclamazione, Fontana ha tenuto il consueto discorso di insediamento ponendo l’accento, come La Russa, su temi abbastanza “inaspettati”. Dalla “grandezza dell’Italia che sta nella diversità” all’importanza di “rinsaldare la partecipazione nazionale all’Unione europea”. L’ex ministro per la Famiglia del Governo Conte ha però anche ringraziato Umberto Bossi (“senza il quale non avrei mai iniziato la mia attività politica”) e, da buon cattolico militante, anche Papa Francesco, definito “un riferimento spirituale per la maggioranza dei cittadini italiani”.
L’esponente della Lega succede dunque a Roberto Fico e diventa il sedicesimo presidente di Montecitorio e il secondo esponente del Carroccio a ricoprire la terza carica dello Stato, dopo Veronica Pivetti. Cattolico di ferro e fedelissimo di Matteo Salvini, Lorenzo Fontana è nato a Verona e ha 42 anni. Sposato e con una figlia, si è laureato in Scienze politiche all’Università di Padova, in Storia all’Università europea di Roma e in Filosofia alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino.
Lorenzo Fontana è noto ai più soprattutto per le sue posizioni ultra conservatrici, che hanno scatenato varie polemiche allora come oggi. I detrattori della sua figura politica ricordano e citano varie occasioni in cui il presidente della Camera si è dimostrato un estremista anti Lgbt+. O un “crociato” a difesa delle tradizioni, come si definisce lui stesso. Durante un convegno dell’associazione Pro Vita Onlus affermò che i matrimoni gay e la teoria gender, da un lato, e l’immigrazione di massa dall’altro, “mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni paventando il rischio di “cancellazione del nostro popolo”. Emblematiche le prime due frasi pronunciate nelle vesti di ministro alla Famiglia:
Nel mirino sono finite anche le sue nette posizioni in tema di politica estera, che hanno creato malcontento in esponenti del Pd: “Fontana alla guida della Camera? Una provocazione, scelta più estremista e discutibile non potevano fare”. Pochi giorni dopo il voto, l’ex ministro criticò le parole del presidente americano Joe Biden. “Probabilmente, il presidente democratico è consapevole di quanto accadrà nelle elezioni di metà mandato, dove i patrioti repubblicani vinceranno”. E dopo l’affermazione del centrodestra disse “avete visto cosa è accaduto in Italia, non possiamo essere troppo ottimisti”.
Iscritto all’Albo dei giornalisti pubblicisti, ha iniziato la sua carriera politica come consigliere comunale a Verona per poi essere eletto al Parlamento europeo per la prima volta nel 2009. Nel corso della sua esperienza a Strasburgo, durata fino al 2018, ha approfondito il rapporto con il segretario della Lega, Matteo Salvini. All’Europarlamento è stato capo delegazione della Lega e anche vicepresidente della commissione Cultura, Istruzione e Sport.
Dal 7 luglio 2017 al 12 giugno 2018, Fontana è stato anche vicesindaco della sua Verona. A febbraio di quattro anni fa è uscito il suo libro, scritto insieme all’economista Ettore Gotti Tedeschi, dal titolo “La culla vuota della civiltà. All’origine della crisi”. Fontana è stato poi ministro per la Famiglia e le Disabilità, incarico ricoperto per oltre un anno, prima di assumere la guida del ministero degli Affari europei fino al 5 settembre 2019, quando ha giurato il Governo Conte II. Ha inoltre ricoperto il ruolo di vicepresidente della Camera.
C’è però un capitolo che più di altri agita gli animi della politica: i rapporti tra Lorenzo Fontana e la Russia. Come riporta La Stampa, nel 2014 Fontana si recò in Crimea per il referendum di annessione, indetto dopo l’invasione, in qualità di “osservatore internazionale” e schierandosi a favore dei “sì” alla consultazione. “Il popolo della Crimea sente di essere tornato alla casa madre, la Ue dovrebbe fare un passo indietro sulle sanzioni alla Russia”, chiese l’esponente della Lega. Sempre sulla questione sanzioni contro Mosca, Fontana non ha mancato occasione di pubblicare sue foto con indosso magliette pro Putin, oltre a dichiarazioni in cui non nascondeva le sue simpatie per il presidente russo e per la sua politica di rafforzamento della Federazione sul piano internazionale.
Tra gli aggiornamenti social del profilo ufficiale di Lorenzo Fontana, spiccano i santi del giorno, ricordati agli utenti allegando il “santino” e una breve nota esplicativa. Il 7 ottobre ha celebrato l’anniversario della Battaglia di Lepanto, combattuta nel 1571. Quel giorno, sono le parole di Fontana, la Lega Santa riportava la vittoria “contro l’avanzata ottomana. L’Europa cristiana – aggiunge – fiera della sua identità, otteneva una straordinaria vittoria. Oggi si ricorda la Madonna del Rosario”. Due giorni prima rese omaggio alle vittime della strage in Mozambico: “Colpevoli di essere cristiani e per questo sgozzati da terroristi. Il giorno dopo l’omicidio di suor Maria de Coppi, altro sangue di cristiani, scorre in Mozambico”.
La carriera politica di Lorenzo Fontana porta il segno profondo dell’evoluzione della Lega. Membro della Liga Veneta fin da ragazzo e poi dal 2002 vice coordinatore federale del Movimento giovani padani, è diventato vicesegretario federale del Carroccio nel 2013, incarico al momento condiviso con Giancarlo Giorgetti e Andrea Crippa. Attualmente è responsabile del dipartimento Esteri del partito.
In qualità di deputato, Lorenzo Fontana ha diritto a un’indennità netta di 5.000 euro al mese, alla quale va aggiunta una diaria di 3.503,11 euro e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro. Ma non è finita qui: nel conto vanno inclusi anche 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e una somma che va da 3.323,70 a 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti.
Durante i nove anni in cui ha ricoperto la carica di europarlamentare, Fontana ha ricevuto tra i 16.000 e i 19.000 euro al mese, con importo variato a seconda della frequenza di partecipazione alle sedute. A questi vanno aggiunti fino a 24.526 euro al mese per pagare i vari “portaborse”.
Stando alla sua ultima dichiarazione dei redditi (del 2021 relativa al periodo d’imposta 2020), pubblicata sul sito della Camera, Lorenzo Fontana ha dichiarato un reddito complessivo pari a 99.488 euro.