Il patrimonio agroalimentare dei prodotti DOP e IGP vale 15 miliardi di euro con una crescita record del 6% all’ anno ed un aumento dei consumi nella GDO del +5,6% per le vendite Food e del +1,8% per il Vino. Il comparto vino italiano Dop e Igp, oltre 3 miliardi di bottiglie, vale 8,2 miliardi alla produzione (+7,8%) e sfiora i 5 miliardi di valore all’export su un totale di 5,6 miliardi del settore. Cifre da capogiro, cui si aggiunge l’export di questi prodotti che raggiunge un valore di 8,4 miliardi.
Questi i dati straordinariamente positivi( i migliori di sempre) che sono emersi dal Rapporto 2017 di Ismea-Qualivita giunto alla XV Edizione e presentato oggi a Roma.
L’ Italia si conferma dunque a livello mondiale, il primo Paese per numero di prodotti DOP IGP, con 818 Indicazioni Geografiche registrate* a livello europeo, rafforzando ulteriormente il proprio primato mondiale. Crescono anche a livello globale le DOP IGP STG: con 46 nuovi prodotti nel 2017 di cui 43 in Paesi UE e 3 in Paesi Extra UE. Inoltre, per la prima volta dal 2013, si riscontrano nuove registrazioni anche nel comparto Wine, 7 vini DOP in Paesi europei. Un primato assoluto quello dei prodotti Dop e IGP italiani che non può renderci orgogliosi. A trainare il comparto sono i formaggi,( grana padano e parmigiano reggiano in testa) i prodotti a base di carne ( come il prosciutto di Parma)e gli aceti balsamici, mentre nel vino cresce ancora il Sistema Prosecco. A garantire la qualità e la sicurezza del sistema Dop Igp in Italia è la fondamentale rete dei 264 Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf e gli oltre 10 mila interventi annui effettuati dagli Organismi di controllo pubblici.
Le analisi territoriali e gli impatti economici per provincia italiana mostrano un comparto, quello delle DOP IGP, che coinvolge capillarmente tutto il Paese. Per quanto l’impatto del sistema risulti concentrato geograficamente – con le prime aree del Nord-Est in cui si trova la maggioranza dei distretti più rilevanti economicamente (58% valore Food, 56% valore Wine), dalla “Food Valley” emiliana al “sistema Prosecco” veneto-friulano – non sono pochi i territori che hanno beneficiato della forte crescita relativa delle proprie filiere di riferimento. Produzioni più piccole, che esprimendo al massimo il proprio potenziale, riescono a trainare il settore agroalimentare di qualità da nord a sud del Paese.
Nel settore agroalimentare Parma si conferma la provincia che maggiormente contribuisce al valore della produzione con 1, 45 mld di euro seguita subito dopo da Modena e al terzo posto da Mantova(+81%). In ordine di classifica troviamo subito dopo Reggio Emilia, Udine, e prima del mezzogiorno Caserta e la sua provincia.
Un successo che con il tempo si consolida e costantemente incrementa: anche il trend degli ultimi 10 anni mostra una crescita continua del sistema DOP IGP italiano che ha così affermato il proprio peso economico nel Paese fino a rappresentare l’11% dell’industria alimentare e il 22% dell’export agroalimentare nazionale.
Valentina Franci