“Dal 2018 non dovrebbe più essere possibile andare in pensione anticipata rispetto all’età di vecchiaia”. Il ministro del Welfare, Elsa Fornero, in una audizione alla Camera spiega che in quella data dovrebbe concludersi la transizione e non dovrebbe più essere possibile andare in pensione di anzianità. Il ministro del Lavoro ha spiegato che la soluzione sulle pensioni di anzianità “è stata piuttosto drastica, non lo nascondo” e ha aggiunto che l’obiettivo è “allungare la vita lavorativa e alzare l’età media di pensionamento”. La Fornero ha poi ricordato che ci sono ancora “persone che vanno in pensione a 57 e forse a 56 anni, con una media quindi di 58,3 mesi”. “La riforma non è piccola, possiamo definirla una forte spinta. So bene che si chiede a qualcuno di lavorare di più, però questa riforma punta sulla parte che oggi non c’è” ovvero “sulla riforma del mercato del lavoro”. E si dice certa che il sistema pensionistico terrà dal punto di vista finanziario.
La pensione delle donne. Norme diverse per il settore privato e pubblico. L’età necessaria ad andare in pensione di vecchiaia per le donne dipendenti del settore privato sarà di 62 anni nel 2012, 63 anni e mezzo dal primo gennaio 2014 e 65 anni a partire dal primo gennaio 2016. Il requisito di età per la pensione di vecchiaia delle donne dipendenti passa a 66 anni nel 2018, lo stesso requisito degli uomini e delle donne dipendenti pubbliche. Per le lavoratrici autonome la pensione di vecchiaia si otterrà a 63 anni e mezzo nel2012, a64 anni e mezzo a partire dal2014, a65 anni e mezzo nel 2016 e a 66 anni nel 2018.
Riforma mercato del lavoro. La riforma della previdenza è stata la parte “più facile” del lavoro mentre quella più difficile sarà la riforma del mercato del lavoro, precisa la Fornero. “La riforma del lavoro – ha proseguito durante l’audizione alla Camera – è il pezzo mancante e sorregge questo impianto. Un mercato del lavoro più flessibile – ha spiegato- ha bisogno di ammortizzatori sociali. Questo richiede risorse. Dobbiamo puntare alla crescita”. Per il numero uno del Welfare, in Italia serve un nuovo mercato del lavoro che funzioni bene e che dia occupazione a un maggior numero di giovani, donne e anziani. “È un capovolgimento di ottica”, “con un mercato così il meccanismo è sostenibile”. La riforma del mercato del lavoro, prosegue, “è il pezzo mancante e che sorregge tutto questo impianto. Ed è su questo che d’ora in poi si dovrà lavorare”.