Forza Italia Viva nasce in Sicilia ma punta al Continente…

La cena a Firenze tra Gianfranco Miccichè e Matteo Renzi  apre a nuovi scenari politici in vista delle Comunali di Palermo, in programma a maggio 2022.

Miccichè è volato in Toscana per una cena a quattrocchi con Renzi che, dopo aver fatto cadere il Governo Conte bis, con un partito del 2%, pensa di passare col centrodestra per conquistare Palermo. Da ricordare che un accordo venne fatto con Crocetta causando una ingente perdita, leggi vari miliardi,  per i contenziosi con lo Stato.

Miccichè svela i dettagli di questo patto e come si è arrivati a questa intesa. In ogni caso crede che il destino di Renzi sia nel centrodestra e, dal suo punto di vista,  Renzi ufficializzerà la sua adesione al centrodestra».

Sicilia Futura – afferma Miccichè – ha deciso già da tempo di aderire a Forza Italia e Renzi mi ha chiesto la possibilità di mantenere il gruppo di Italia Viva all’Ars almeno fino alle comunali di Palermo: Io ho detto di sì, perché i buoni rapporti sono la vera cosa che conta in politica.

Sto pensando a rafforzare Forza Italia – prosegue  Miccichè – Tamajo e D’Agostino sono due politici bravissimi che hanno tantissimi voti, che stanno per strada e conoscono la gente. Cominceremo a lavorare alle liste per le comunali. E sulla candidatura di Lagalla in quota Udc dice: ‘È una bellissima opzione. Si vuole candidare anche l’avv. Francesco Greco. Ma noi in casa abbiamo la disponibilità di Francesco Cascio che sarebbe un ottimo candidato. Solo un nome per me è fuori dai giochi: Scoma. Lasci Forza Italia e poi mi chiedi di sostenerti? Mai, conclude Miccichè.

Intanto il leader di Sicilia Futura Edy Tamajo parla già ‘dell’Isola come laboratorio politico’  per  ufficializzare l’accordo ‘Forza Italia Viva’.

‘Non c’è nessuna annessione a Forza Italia, che riconosciamo essere prima forza, autorevole e rappresentativa delle posizioni di centro. Così come, in questo contesto, riconosciamo la leadership siciliana di Miccichè’. Formalizzeremo un accordo parlamentare tra i due gruppi, Forza Italia e Sicilia Futura-Italia Viva, che contiamo di trasformare in un accordo politico pieno e dignitoso per il futuro. Immaginiamo alleanze e liste comuni per le future elezioni amministrative e regionali’, osserva l’onorevole D’Agostino: ‘Qui parliamo di nuova frontiera e credo che si possa pensare a una vera casa comune.  Miccichè è andato un po’ oltre, ma certo tutto in futuro è possibile. Nessuno ha per ora mai messo in discussione l’autonomia del gruppo e né la storia di Italia Viva. Mai pensato di sciogliere il gruppo o di confluire in Forza Italia. In un quadro di prospettive importanti, ci sarà una graduale integrazione. Pensiamo a riequilibrare le forze in campo rafforzando la posizione di Forza Italia: la prevalenza delle posizioni populiste e sovraniste oggi è sbagliata e perdente. Le recenti elezioni lo dimostrano: i cinquestelle sono in crisi irreversibile, Lega e FdI escono ridimensionati. Può anche accadere che la palla passi al centro. In quel caso gli sviluppi potrebbero essere imprevedibili. E i partiti siciliani, in autonomia e seguendo un modello rispondente ai veri bisogni della gente, potrebbero offrire una soluzione innovativa. Se tutti i partiti aderenti alla famiglia dei Popolari si riunissero, rappresenterebbero la prima forza politica. Forse in Italia. In Sicilia di sicuro. Noi in Sicilia dobbiamo fare prima e non farci trovare impreparati. Il nostro accordo potrebbe essere un test anche per il resto del Paese’.

‘Un ‘accordo politico, serio e stretto’ quello raggiunto tra Forza Italia e Sicilia Futura-Italia viva che presenteranno liste comuni alle amministrative di Palermo e alle regionali del prossimo anno’,  così il leader di Fi in Sicilia, Gianfranco Miccichè, ha esordito in conferenza stampa, a Palazzo dei Normanni, per formalizzare l’intesa tra i due partiti, e di cui aveva discusso, come detto, nei giorni scorsi in una cena a Firenze con il leader di Iv, Matteo Renzi.

Al fianco di Miccichè i capigruppo all’Ars di Fi Tommaso Calderone, e di Sf-Iv Nicola D’Agostino, in sala anche tanti consiglieri comunali dei due partiti.

Quest’accordo avviene in Sicilia- ha precisato Miccichè – se lo si vorrà replicare a livello nazionale bisognerà parlare con Berlusconi o Tajani. Ci lavoravamo da tempo, non è stata una operazione facilissima, Sicilia Futura-Iv ha persone forti nei territori e abbiamo operato per evitare eventuali conflitti che non ci sono’. Miccichè ha ricordato l’impegno che Sicilia Futura-Iv ha avuto in passato nel centrosinistra e ha definito l’intesa ‘un festival della politica migrante’ perché ‘si tratta di una integrazione tra forze politiche che la pensano all’80% allo stesso modo, per il resto del 20% faremo in modo di trovare condivisioni. Sono convinto che quest’accordo porterà lontano le forze politiche,  per quanto riguarda l’Assemblea siciliana non mi interessa cosa faranno i tre deputati di Sicilia Futura-Iv, quello che mi interessa è la futura creazione di un mondo politico che ci appartenga. E’ un risultato politicamente importantissimo’.

 I due gruppi all’Ars contano in totale 16 parlamentari.

‘C’è chi fa politica contro, e chi fa politica per’,  osserva Giorgia Meloni su Facebook  stigmatizzando la strategia antagonista del Pd e del suo segretario.

Letta – scrive la leader di FdI – è disposto ad allearsi con chiunque solo per impedire a noi di vincere le elezioni. Noi siamo disposti ad allearci solo con chi condivide la nostra visione del mondo. Perché al governo vogliamo andarci solo per difendere l’Italia e gli italiani.

Una differenza non da poco testimoniata quotidianamente dalle scelte di FdI, unico partito all’opposizione del governo Draghi. Il nuovo corso di Letta, invece, è tutto ispirato al ‘contro’, all’abbattimento del centrodestra.

L’idea che l’Italia sia in mano a un governo guidato da Meloni e Salvini – dice un pensoso e preoccupato Letta – dovrebbe spingere tutte le forze europeiste, democratiche e progressiste a mettere da parti i veti e di mettersi insieme.

In realtà si gioca una partita politica molto più ampia che punta al centro e nel centro che prevede di rintuzzare i sovranisti o, come desidera Berlusconi, porli in una posizione più centrale e ‘moderata’.

 Silvio Berlusconi, rientrato in pista dopo il voto nel ruolo di collante della coalizione vuole rinsaldare Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia,  anche il vista della partita cruciale del Quirinale.

Gianni Letta, amico e consigliere di una vita del Cavaliere, starebbe lavorando a un piano da far decollare dopo la partita quirinalizia. Che prevede un nuovo asse con il premier a discapito degli alleati.

Fino al 18 gennaio –  riporta Repubblica –  Berlusconi ‘ha soltanto un piano A: diventare, a dispetto di tutto e tutti, presidente della Repubblica. E per farlo deve tenere unito il centrodestra e difenderlo da sbandate centriste’. Per questo ha dato il via  libera a un vertice con i ministri dei Lega e Forza Italia, assieme a Salvini. E tiene rapporti ottimi a tutto campo.

Ma questa linea durerà al massimo fino all’eventuale quarto scrutinio. Poi,  svanito il sogno del Quirinale , si aprirà un’altra partita, ragiona il quotidiano di Piazza Indipendenza. ‘C’è chi teme un fallo di reazione di Berlusconi, dettato dalla sconfitta nella corsa al Colle. Ma il leader azzurro gioca su più tavoli. Con la mano destra organizza un vertice con la Lega, con la sinistra garantisce la navigazione serena del governo Draghi’.

Ed è proprio Gianni Letta a poter garantire a Berlusconi uno scenario alternativo alla coalizione con Salvini e Meloni dopo la partita quirinalizia. Forte dei rapporti ottimi con  Draghi, che vengono da lontano.  Da quando Letta era a Palazzo Chigi come sottosegretario e l’attuale premier guidava prima Bankitalia, poi la Bce. Grazie all’ala governista di Forza Italia Berlusconi può sostenere Draghi al Colle, ma può essere determinante anche per decidere un altro Capo dello Stato e blindare l’esecutivo dell’ex banchiere centrale, frenando così l’eventuale spinta elettorale dei sovranisti. Questo il piano b. Ed è per questo che i tre ministri azzurri  vogliono  far cambiare rotta al partito e ‘offrire” alla coalizione una guida più moderata. E si preparano –  secondo Repubblica – a portare al tavolo con Berlusconi e Salvini la linea limata da Letta della fedeltà a Draghi nel nome del bene del Paese.

 

 

 

 

 

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