Il fotografo Gin Angri ci fa scoprire con frammenti scomposti un mondo complesso, da scoprire passo dopo passo; restituendo tutta la profondità umana dei suoi soggetti; acuto e lucido osservatore del mondo, riesce ad andare sempre oltre la visione delle cose, riempiendo i suoi “quadri” di grandi significati.
Se da una parte coglie nella azione/istante una visione, suggellando la scena cristallizzandola nel tempo (ciò è tipico della fotografia) dall’altra sa espandere, in quei potenti bianchi e neri, facendo cogliere concetti profondi, determinando riflessioni, dubbi, costringendo a prendere decisioni che creano, alle volte, divisioni.
Il Baradello Art Lab è orgoglioso della presenza di questi lavori, proseguendo le sue esibizioni di arte contemporanea e concentrandosi sulla fotografia, dopo Black Wave di Carlo Pozzoni e Francesca Gamba e la collettiva JAV2, che ha visto esposte le immagini di Francesco Corbetta e Bettina Musatti unite alle contaminazioni di Francesco Bellanca, Tara Sellios, Nicolas Berdisheff e Simona Muzzeddu.
“Frammenti” invita… a spiare, attraverso un immaginario buco, un pezzetto di una realtà che, se pur vicina, riconosciuta e riconoscibile si amplia in altre dimensioni – l’occhio dello spettatore/osservatore lo completa con un meccanismo che Scott Mc Cloud definiva closure.
Si crea una attrattiva di forze in questa operazione di completamento; forze complementari che entrano in contrasto eppure si compensano in nuovi equilibri; una forma classica di yin e yang; quella tra l’opera umana (la città) e quella della natura e dell’ambiente circostante, visto sia come spazio interiore, sia come uno spazio esterno: Il futurismo degli edifici si mescola a un fu-turismo (tema attualissimo e molto dibattuto), si crea un dialogo con la storia passata e presente nelle immagini cittadine, con le sue bellezze e le sue (grandi) contraddizioni.
Tutti i frammenti si ricompongono restituendoci una linea di confine tra quello che è stato, è e che potrebbe essere… un futuro anteriore che lascia ancora una storia da scrivere.
La mostra verrà inaugurata in occasione della presentazione del programma di stagione 2024 – il giorno 02 marzo 2024 alle ore 10:30 presso la Pinacoteca Civica Palazzo Volpi, Via Armando Diaz 84 a Como; a cui seguirà una simbolica passeggiata dal centro cittadino fino al parco e quindi al Castel Baradello – Via Baradello, 5 22100 Como (CO), sede della mostra.
Dopo una piccola degustazione alle ore 14:00 seguirà il vernissage.
La mostra sarà visitabile fino al 30 aprile 2024 negli orari di apertura del Castello, sabato, domenica e festivi dalle ore 09:30 alle 18:00. Per ticket di ingresso, prenotazione e informazioni slowlakecomo.com | castelbaradello.com.
Gin Angri in preparazione-selezione delle opere… feb-2024; ritratto nella sua casa studio – foto M.Pini.
Gin Angri
Inizia l’attività professionale a Como nel 1979 con lo studio Nodo. Dal 1982, per dieci anni si trasferisce in Mozambico come responsabile del Centro di Formazione Fotografica e in seguito lavora presso l’Istituto di Comunicazione Sociale della capitale Maputo. In questo periodo documenta la dura realtà della vita del popolo mozambicano e segue l’attività dei fotografi del giovane Stato, raccogliendone le opere nel volume Karingana wa Karingana (Coop, Milano 1990).
Tornato in Italia, dal 1992, realizza reportage nell’ex Jugoslavia, in Somalia e in Etiopia. I suoi interessi sociali si confermano con il lavoro presso l’Ospedale psichiatrico di Como, prima e dopo la sua chiusura, racchiuso nel libro Le stagioni del San Martino del 2008, dove spazi dismessi e archivi abbandonati ancora testimoniano trascorse – ma non dimenticabili – esperienze di reclusione e di solitudine. Nel 2011 pubblica il libro Ex carcere (NodoLibri, Como) sul penitenziario di San Donnino a Como. Nel 2018 la mostra e il libro Donne cancellate (Oltre il giardino libri, Como) raccontano la sua indagine condotta negli archivi dell’ex Ospedale psichiatrico relativa alla condizione delle donne spesso forzatamente rinchiuse in manicomio. Nel 2022 la pluriennale ricerca fotografica sulla più grande fabbrica comasca, la Ticosa, è stata raccolta in una mostra e nel libro Ticosa. Immagini da una storia dispersa (NodoLibri, Como); sempre nel 2022, per NodoLibri viene pubblicato “Trecallo 2022, ritratto per immagini” in occasione del cinquantesimo anniversario di fondazione del Club amici di Trecallo con un reportage che valorizza l’immagine attuale del paese. Nel 2023 viene pubblicato sempre per NodoLibri “La moda intorno” un racconto per immagini di quella che è stata l’età dell’oro di Milano e del Made in Italy degli anni Novanta – la mostra fotografica fu realizzata all’interno della ex Tintostamperia Val Mulini a Como nella terza stagione di Gener-Azioni.
Dal 2010 Gin Angri dirige il periodico “Oltre il giardino”, redatto dagli utenti del Centro diurno Malattie mentali di Como. Attualmente fa parte del collettivo fotografico “BuenaVista Photo”.