“Guardo con interesse alle sardine, vi ritrovo elementi e quella libertà che furono propri della rivoluzione liberale di Berlusconi. Mi auguro non facciano come i grillini. Valuterò il piacere di riscendere in piazza il 14 dicembre’, parla Francesca Pascale. Il leader della Lega non le piace, non l’ha mai nascosto, la parola libertà è al centro della sua vita e l’ha messa anche nel titolo dell’associazione, in difesa dei diritti della collettività arcobaleno e dei bambini e delle donne svantaggiati, che presiede e presenterà agli inizi del nuovo anno: si chiamerà ‘I colori della libertà’. Chiama Berlusconi ‘il mio presidente’, dice che è un uomo che mi ha fatto crescere e non mi ha mai tradito moralmente, che quando rientra a casa mi porta un raggio di sole. Ripete di essersene innamorata per la sua idea di libertà. Quella libertà per cui ora Pascale intende impegnarsi al servizio della causa Lgbt+ – questo è il mio futuro, scandisce – e che le fa dire sorridendo a fior di labbra: ‘Oggi amo Silvio, ma se domani mi innamorassi di una donna, che male ci sarebbe?’. Quella libertà che le ha fatto scattare, a lei berlusconiana, di fronte ad un periodo oscurantista, la curiosità per le sardine.
Francesca Pascale: ‘Io sto con le sardine, potrei scendere in piazza con loro’
Si tratta di un fenomeno spontaneo, dilagante, animato da giovani, quindi va guardato con rispetto, interesse e soprattutto non va sottovalutato. Un errore che a suo tempo è stato commesso con i 5 stelle ed il risultato è quello che è oggi sotto gli occhi di tutti. Perché etichettarlo come un gruppo manovrato da ambienti di sinistra, al fine di sminuirlo? Prima di chiedersi da chi è costituto bisognerebbe riflettere sul motivo che li ha portati a scendere in piazza. Un fiume di persone che invadono le principali città italiane è sicuramente un sussulto civico contro un linguaggio che è risultato inattuale e pericoloso, illiberale, diseducativo, in grado di innescare odio. E l’estremismo fa emergere sempre movimenti di protesta. Le sardine ‘pescano’, pertanto, anche tra coloro che non hanno mai votato e che mai voteranno a sinistra, incarnano l’esigenza di un cambiamento. Spero, però, che non accada quanto successo in passato ad altri.