Francesco Lollobrigida e lo status legislativo di Roma Capitale

Francesco Lollobrigida, in un’intervista a ‘Il Messaggero’  afferma: ‘Il 2023 sarà con certezza l’anno in cui Roma acquista definitivamente il suo status legislativo di Capitale. Nelle altre nazioni il ruolo di Parigi, di Londra, di Berlino, di Madrid è già un unicum, sia in termini di drenaggio di risorse sia per quanto riguarda i poteri. E questo garantisce alle capitali una forza che è utile all’intera nazione, Ora, c’è un governo nuovo e molto determinato sul potenziamento dello status della Capitale. Giorgia Meloni è la garanzia che il nostro esecutivo metterà Roma al centro della sua azione. L’autonomia non mette  in pericolo il ruolo di Roma, spogliata di poteri e impoverita, visto che non vedo questo rischio. Da nessun punto di vista potrà esserci un processo di indebolimento.  Il ministro Calderoli sta facendo un ottimo lavoro. Naturalmente il Parlamento verrà coinvolto, come è ovvio visto che siamo una Repubblica parlamentare. E quanto ai rischi, che vengono segnalati da più parti, su una possibile spaccatura del Paese, vi garantisco che FdI è una sentinella inflessibile. Per noi, ogni cosa che mette a repentaglio l’unità nazionale non è sostenibile. Noi comunque non leggiamo nelle proposte di Calderoli alcun tentativo di divisione del Paese. Riteniamo che autonomia, elezione diretta dell’organo esecutivo e poteri per Roma Capitale siano strumenti che garantiscono maggiore coesione e competitività alla nazione, sulla base dei principi di sussidiarietà e di efficienza. Ciò su cui siamo molto concentrati è l’uscita dall’equivoco. Ovvero da una situazione paradossale per cui Roma viene considerata uno degli ottomila comuni italiani. Questo l’equivoco che sapremo superare. La città capitale nelle grandi nazioni è considerata un unicum. Anche da noi dev’essere così’.

‘Io sono molto orgoglioso di un intervento molto importante, 500 mln di euro che serviranno a dare sostegno in termini di beni primari alle famiglie più bisognose italiane, con anche un effetto leva che coinvolgerà la Grande distribuzione, la produzione, che permetterà di far crescere questa risorse a disposizione dei più deboli“, afferma  Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, che parla a tutto campo delle manovra economica e fa il punto sull’azione dell’esecutivo di centrodestra.

Io credo che questo governo sia vicino ai deboli ma allo stesso tempo ha una strategia– specifica la filosofia degli interventi Lollobrigida- : redistribuire ricchezza è l’obiettivo, sapendo che redistribuisci qualcosa che crei. Redistribuire una ricchezza che non hai, crea debito e impoverimento del Paese. E’ una ricetta sbagliata e fallita nelle nazioni dell’est. Il lavoro si crea sostenendo le imprese: se dai lavoro crei crescita economica. Quella è la ricetta. Auspico che i sindacati riflettano cercando di ritrovare insieme una politica di sistema che faccia crescere la nostra economia“.

“Io credo – è il suo ragionamento- che il voto non ce lo possiamo dare da soli: dobbiamo basarci su quello che è il giudizio dei cittadini e i risultati sono di fronte agli occhi di tutti, anche rispetto alle previsioni che qualcuno faceva. Abbiamo avuto uno spread italiano in calo, abbiamo avuto i mercati internazionali che hanno risposto con grande positività all’azione del governo; abbiamo avuto un’unione Europea interlocutore con il governo nazionale’.

Poi dà una visione d’insieme sulla reazione dei mercatio che ha smentito tutti i gufi della vigilia. ‘Abbiamo avuto uno spread italiano in calo, abbiamo avuto i mercati internazionali che hanno risposto con grande positività all’azione del governo. Abbiamo avuto un’unione Europea interlocutore con il governo nazionale. L’Italia deve avere una visione, ci sono una serie di interessi che devono essere protetti: come “quelli del nostro popolo, delle nostre imprese, della nostra economia; temi che devono essere contemplati con l’interesse delle altre nazioni europee, finalmente però restituendo all’Italia, agli italiani, la certezza di chi va in Europa lo fa a loro tutela’.

‘La strategia era nel programma: far crescere la ricchezza per poterla redistribuire. Abbiamo iniziato ad agire in favore dell’equità, del sostegno ai più deboli e alle imprese e per la semplificazione. Continueremo’.

Il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, torna sulla manovra e smonta le bufale della sinistra su una legge di Bilancio che sarebbe iniqua e priva di visione, ma caratterizzata da uno scontro interno alla maggioranza. «Il Consiglio dei ministri l’ha approvata all’unanimità in un’ora e mezza. Poi in Parlamento c’è stato dibattito. Questo non è un’anomalia, ma la democrazia. Una realtà nella quale non si può dimenticare il contesto in cui è nata la manovra, segnato da poco tempo e dalla crisi scatenata dalla guerra. Per la prima volta si è votato d’estate. C’era tempo solo per approvare ciò che era stato preparato. Ma Giorgia Meloni e la maggioranza – ha ricordato il ministro in un’intervista al Corriere della Sera – hanno voluto una manovra politica. Da ministro dell’Agricoltura direi che seppure in carestia e con tanta grandine ha permesso di seminare l’Italia del futuro: riappropriandoci dei nostri punti di forza e superando gli errori.  Con più fondi a disposizione avremmo voluto fare molto di più. Soprattutto sul cuneo fiscale per aumentare i salari e diminuire il peso sulle imprese. Sulle pensioni, per la formazione e la sanità’.

L’attenzione poi è tornata sul reddito di cittadinanza, sul quale proprio Lollobrigida ha avuto uno scontro diretto con Giuseppe Conte, stigmatizzandone i toni: ‘Faccio politica da anni. So che a soffiare sul fuoco si scatenano incendi anche se non si vuole. Accusarci dei peggiori crimini come voler impoverire gli indigenti o assassinare i migranti su menti deboli può fare guasti. L’alternativa non è ‘o il Reddito o vado a rubare’. Centinaia di migliaia di richieste giustificano i nostri decreti flussi. Perché chi ha il Reddito non li può fare e chi è immigrato sì? Mica importiamo schiavi’.

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