Com’è cambiata la vita dell’ex comandante Francesco Schettino? Oggi a Rebibbia, ma in attesa di ritrovare la libertà
Il naufragio della Costa Concordia, che cosa e’ successo 10 anni fa
A dieci anni dal naufragio della Costa Concordia, che provocò 32 vittime, una delle figure più discusse della tragedia davanti all’Isola del Giglio è quella di Francesco Schettino. Il comandante della nave da crociera, una delle più grandi in Italia, è in carcere da cinque anni e dovrà scontare 16 anni dopo la condanna con le accuse di naufragio, omicidio colposo plurimo e abbandono di nave in pericolo.
Oggi 61enne, cosa fa Francesco Schettino e com’è cambiata la sua vita da quel 13 gennaio 2012?
Francesco Schettino, dalla Concordia a Rebibbia
La nuova vita di Francesco Schettino
Il ritorno alla libertà? La richiesta dei legali
Francesco Schettino, dalla Concordia a Rebibbia
Sono trascorsi dieci anni dalla tragedia della Costa Concordia. La sera del 13 gennaio 2012, andando contro le procedure di emergenza, Francesco Schettino abbandonò per primo la nave mettendosi in salvo prima dei passeggeri.
“Quello scoglio non era segnato sulle carte, non è vero che ho abbandonato la nave, me ne sono andato per ultimo” alcune delle parole di difesa dello stesso comandante che però, dopo anni di processo, è stato condannato a 16 anni di carcere.
Cinque anni fa l’ingresso a Rebibbia e una nuova vita per l’ex ufficiale, che ancora oggi a dieci anni di distanza dal naufragio della Costa Concordia, si proclama innocente.
Francesco Schettino oggi: dal naufragio della Costa Concordia al carcere, la nuova vita dell’ex comandanteFonte foto: ANSA
Francesco Schettino, oggi 61 anni, è recluso a Rebibbia
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La nuova vita di Francesco Schettino
Durante il processo Schettino ha negato più volte la responsabilità della tragedia. Nel 2017 ha incassato la condanna a 16 anni di carcere per omicidio plurimo colposo per negligenza. Oggi Schettino è ben diverso dall’uomo che tutti conoscevano a bordo della Costa Concordia, cambiato dal carcere e dalla tragedia vissuta.
Chi lo ha vissuto prima del naufragio lo ha sempre descritto come spavaldo e sicuro di sé, dall’arrivo a Rebibbia sono cambiate tante cose. In cinque anni l’ex comandante ha dovuto farsi accettare dagli altri galeotti, che all’inizio non lo vedevano di buon occhio.
Nel reparto 8 del carcere romano, Schettino ha trovato equilibrio e rispetto nei compagni di cella. Si è dedicato più volte allo sport, praticando tennis, ping pong e calcio balilla, ma ha anche portato avanti delle passioni che il lavoro da comandante gli aveva fatto mettere da parte. In cella infatti studia giurisprudenza e giornalismo, legge libri in lingua straniera e ha approfondito il tema della meditazione trascendentale.
In attesa di poter riabbracciare qualche familiare, Schettino coltiva le sue passioni. Da quasi 500 giorni, causa Covid, nessuno gli ha potuto fare visita.
Il ritorno alla libertà? La richiesta dei legali
Il 61enne, secondo quanto trapela da Rebibbia, ha fin qui avuto una condotta da detenuto esemplare. La speranza, da parte dello stesso ex comandante e dei suoi legali, è ottenere misure di detenzione alternativa al carcere.
Gli avvocati sono in attesa di riscontro da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per la richiesta di revisione del processo formulata 4 anni fa.