Comincia oggi al Palazzo di Giustizia di Parigi il maxi-processo per gli attentati che il 13 novembre del 2015 colpirono la capitale francese, provocando la morte di 130 persone. Un evento atteso da quasi sei anni in Francia, che viene definito dai media come un processo “fuori norma” per la sua portata: cinque magistrati, 1.765 parti civili, 330 avvocati e un fascicolo da un milione di pagine. La durata prevista è di nove mesi. Il processo si terrà in un’aula da 750 metri quadrati e 550 posti, fatta costruire appositamente nel Palazzo di Giustizia.
Nella lista degli imputati figurano venti nomi, quasi tutti accusati di aver collaborato con il commando di terroristi che ha attaccato lo Stade de France, alcuni bistrot e il teatro del Bataclan. Tuttavia, saranno solo quattordici le persone che compariranno in aula. Uno degli imputati è detenuto in Turchia, mentre altri cinque risultano dispersi, probabilmente morti in Medio Oriente. L’attenzione è concentrata tutta su Salah Abdeslam, l’unico membro del commando ancora in vita, che dal suo arresto non ha quasi mai parlato. Molti gli interrogativi rimasti in sospeso. Primo fra tutti, quello riguardante le motivazioni che hanno spinto Abdeslam a non farsi saltare in aria come i suoi compagni.