Sono passati 5 anni, da quel 5 giugno del 2006, quando Francesco e Salvatore Pappalardi precipitarono nella cisterna nella quale furono trovati morti 20 mesi dopo la scomparsa. Ora la madre, Rosa Carlucci, in base agli elementi raccolti in questi anni, ha chiesto la riapertura del caso. Secondo le indagini della Carlucci, la morte dei suoi figli, sarebbe stata causata da una prova coraggio a cui Ciccio e Tore furono sottoposti da cinque ragazzini, ora maggiorenni.
La donna, secondo quanto ha raccontato lei stessa ai cronisti., ha svolto le indagini con l’ aiuto di un consulente.
I nomi dei cinque giovani – secondo quanto riferisce Rosa Carlucci, che si è avvalsa del consulente Rocco Silletti – sono da sempre contenuti nel fascicolo d’indagine (già archiviato) avviato a carico dell’ex marito Filippo Pappalardi, che la donna ritiene ora “sicuramente estraneo” alla morte dei suoi figli e “vittima come me del tragico evento”.
Secondo la mamma di ‘Ciccio’ e ‘Tore’, che avevano 11 e 13 anni, i cinque giovani la sera del 5 giugno 2006, giorno dell’incidente avvenuto in un edificio abbandonato a Gravina in Puglia (Bari), sottoposero i suoi due figli ad una prova di coraggio, come fecero con altri ragazzini.
Uno di questi – secondo la donna – è Michele, l’adolescente che precipitò nel pozzo e per salvare il quale i vigili del fuoco, il 25 febbraio del 2008, scoprirono i cadaveri dei due fratellini. La prova consisteva nel calarsi nel pozzo in cui furono trovati i cadaveri seguendo precise modalità, “anche oscene” ha detto Carlucci senza voler spiegare il senso delle sue affermazioni.
I ragazzini – fu accertato nelle settimane immediatamente successive al ritrovamento dei corpi – erano finiti in fondo alla cisterna mentre, come tanti altri ragazzini e tante altre volte, giocavano nella casa abbandonata.