Prelievo su pensioni d’oro. Caos liberalizzazioni. Frenata sui tagli alla politica. Addio alle Provincie dal 31 marzo 2013

Un contributo di solidarietà del 25% sulle pensioni superiori ai 200mila euro. E’ questa la via d’uscita suggerita dal ministro del Welfare, Elsa Fornero, per superare l’empasse sul nodo pensioni. Ma a bloccare la Salva Italia in commissione Finanze e Bilancio è anche il tema delle liberalizzazioni: tassisti, momentaneamente graziati, farmacisti no. Sull’Ici-Imu non si hanno ancora notizie tanto che da più parti si chiede il rinvio della discussione in Aula prevista per la mattinata di domani. Sarà, inoltre, il Parlamento e non più il governo a provvedere al taglio degli stipendi. Le giunte e i consigli provinciali andranno in ‘pensione’ il 31 marzo 2013. Sembra che in queste ore il Governo Monti non riesca a trovare la quadra e la fiducia alla ‘Salva Italia’ resta l’unica carta da giocare per uscire dall’empasse.

Pensioni: contributo di solidarietà da pensionati ricchi. “Un prelievo del 25% come contributo di solidarietà per le pensioni sopra i 200 mila euro”. La proposta porta la firma del ministro del Welfare, Elsa Fornero, e viene avanzata durante l’audizione alla commissione Lavoro della Camera. “Io la proposta la faccio – ha aggiunto il ministro-  la palla passa a voi, al Parlamento”. La responsabile del Welfare ha poi aggiunto che “in un provvedimento ispirato alla richiesta sacrifici non possono rimanere fuori le pensioni più elevate. Inoltre queste pensioni non sono il corrispettivo dei contributi versati, è sempre stata una mia personale posizione, e un esigenza che ho sempre sentito di equità dentro generazioni”. Insomma dovranno decidere i parlamentari se colpire i pensionati più ricchi per arrivare, almeno come tutti chiedeno, alla perequazione dell’assegno al 70% per le pensioni tra 1.200 e 1.400 euro e lo stop alla rivalutazione per quello oltre i 1.400. Il raddoppio dell’una tantum dell’1,5% sui capitali scudati potrebbe non bastare.

Taglio stipendio parlamentari. Sarà il Parlamento a provvedere al taglio degli stipendi di deputati e senatori adeguandoli alla media europea. Il testo del decreto approvato dal Consiglio dei Ministri stabiliva che dovesse essere il governo, con un decreto, ad adeguare gli stipendi dei parlamentari in base ai risultati della Commissione Giovannini, al lavoro da settembre per individuare la media dei trattamenti economici dei parlamentari. Poiché questa norma ha creato polemiche sul rischio che potesse essere intaccata l’autonomia delle Camera, l’emendamento del governo ora prevede che “il parlamento e il governo, ciascuno nell’ambito delle proprie attribuzioni, assumono immediate iniziative idonee a conseguire gli obiettivi”.

Province: decadono il 31 marzo 2013. Le giunte e i consigli provinciali in carica continuano il loro esercizio fino al 31 marzo 2013, data in cui decadono. E’ quanto stabilisce l’emendamento del governo alla manovra che fissa così un termine per la durata degli attuali organi. Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, invece, demandava il termine ad una legge dello Stato. I consigli provinciali decadranno entro il 31 marzo 2013 e le sei province che avrebbero dovuto rinnovare i propri organi in primavera (Vicenza, Ancona, Ragusa, Como, Belluno, Genova e La Spezia) sono commissariati. Sono invece escluse da tutte le norme le province autonome di Trento e Bolzano.

Stipendi salvi per consiglieri circoscrizioni. I Consiglieri delle Circoscrizioni o quelli delle Comunità montane oggi in carica manterranno il loro gettone sino a fine mandato. Lo prevede un emendamento del governo alla manovra presentato alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Il decreto stabilisce la gratuità delle cariche negli enti territoriali non previsti dalla Costituzione. Tale norma, quindi, entra in vigore solo con il rinnovo delle cariche.

Cnel: solo 64 membri. Cura dimagrante per il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Un emendamento dei relatori, Pier Paolo Baretta e Maurizio Leo, porta a 64 il numero dei componenti.

Liberalizzazioni caos: no a taxi si a farmacie. “Il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea” viene escluso “dall’ambito di applicazione” dalle misure di liberalizzazione delle attività economiche previste dall’articolo 34 della manovra. Uno stop temporaneo perché “entro sei mesi dalla entrata in vigore”della manovra, i servizi di mobilità urbana (taxi) potranno rientrare nell’ambito delle più ampie “disposizioni volte a realizzare una compiuta liberalizzazione e una efficiente regolazione nel settore dei trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture”. Insomma non ci sarà la liberalizzazione delle licenze per i taxi per i prossimi sei mesi. Poi si vedrà. Sorte diversa per le farmacie che già sono pronte alla serrata. I farmacisti non hanno gradito la scelta del governo Monti di liberalizzare la vendita dei farmaci di fascia C distribuiti con ricetta medica anche nelle parafarmacie e nei supermercati. E annunciano una mobilitazione per lunedì con la chiusura dei punti vendita tradizionali.

Altre modifiche. Diverse modifiche di natura fiscale hanno avuto il semaforo verde. Un emendamento della Lega porta a 1.000 euro il limite per il pagamento cash della P.a. risolvendo così il problema dei pensionati che viceversa sarebbero stati costretti a dotarsi di carta elettronica. La commissione che le banche possono chiedere ai commercianti in caso di pagamento elettronico è fissato ad un massimo dellì1,5%.

Modifiche sul massimo scoperto: si affida direttamente al proprietario (e non ad Equitalia) la vendita degli immobili su cui grava un’ipoteca. L’incasso va ad Equitalia che storna la parte maggiore rispetto al debito allo stesso proprietario.

Aiuti arrivano anche per le aziende in ‘crisi’ di liquidità che potranno contare su un’ulteriore proroga di 72 mesi per i pagamenti a Equitalia. Infine non passa la dicitura “quoziente familiare” nella definizione della nuova Isee previsto nella manovra, ma l’indicatore terrà comunque conto dei figli, specie dal terzo in poi e delle persone disabili presenti in famiglia.

Iter della manovra. Tempi serrati per giungere all’approvazione degli emendamenti e dare il via libera alla manovra prima di Natale. La Salva Italia dovrebbe giungere in aula domani mattina, ma visto che ancora non si riesce a trovar la quadra su pensioni ed Ici alcuni parlamentari hanno chiesto al presidente della Camera dei Deputati di accettare un ulteriore rinvio. Richiesta che almeno per ora sembra non sia stata accolta. La tabella di marcia prevede l’approdo della manovra al Senato già lunedì per il varo definitivo prima di Natale.

 

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