Dalle passerelle delle sfilate, potrebbero finire a quelle del carcere. Per gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, questi non sono periodi facili. Il pm di Milano Gaetano Ruta ha chiesto una condanna di 2 anni e 6 mesi. Nel processo, oltre a Dolce e Gabbana, sono imputate altre 5 persone, tra cui manager della casa di moda, per omessa dichiarazione dei redditi. L’ammontare della somma evasa, secondo i pm, consisterebbe in circa 416 milioni di euro a testa, a cui vanno a sommarsi altri 200 milioni di euro di presunto imponibile evaso in relazione alla società lussemburghese Gado.
Il contenzioso ha origine nel marzo del 2004, quando Domenico Dolce e Stefano Gabbana costituiscono una società in Lussenburgo, la Dolce & Gabbana Luxemburg sarl che, a sua volta, costituisce la società Gado sarl. Quest’ultima acquista dagli stessi stilisti, al prezzo di 360 milioni di euro, alcuni marchi e successivamente, con un contratto di licenza, concede a un’altra società, il diritto di sfruttamento dei marchi in esclusiva e dietro il pagamenti di royalties. Questa serie di operazioni sospette non sfugge all’Agenzia delle Entrate, che nel 2007 mette in moto la sua macchina. Il magistrato ha invitato i giudici “a uniformarsi al principio della Cassazione che aveva annullato l’assoluzione disposta dal gup spiegando che in alcuni casi l’elusione fiscale è penalmente rilevante”. Va ricordato che, l’azienda di moda, in merito alla vicenda ha già chiuso un contenzioso con l’agenzia delle entrate versando 90 milioni di euro in relazione alla società lussemburghese Gado creata nel 2004 e poi riportata in Italia.
Dieci milioni di euro di provvisionale per danno all’immagine sono stati chiesti dall’avvocato Gabriella Vanadia, il legale dell’Agenzia delle Entrate che è parte civile nel processo nel quale sono imputati gli stilisti Domenica Dolce e Stefano Gabbana e altre persone. La cifra richiesta dovrà essere versata in solido.