G20 e Draghi: ‘Multilateralismo necessario’. Sul clima scarsi impegni

Ieri prima giornata di lavori al G20 di Roma. Il summit è stato aperto da Mario Draghi, che ha lanciato un appello per il “multilateralismo”, definito “l’unica risposta possibile” ai problemi del mondo. I leader concordano inoltre sul target di vaccinazione del 70% della popolazione mondiale entro metà 2022. Distanze restano con Russia e Cina: in videocollegamento Putin ha chiesto il riconoscimento internazionale reciproco dei vaccini in circolazione, compreso il russo Sputnik V. Xi Jinping ha esortato a “non politicizzare la pandemia”, con inevitabile riferimento alle indagini Oms per accertare se ci sia stata una fuga di laboratorio del virus da Wuhan. Il leader cinese parla anche di clima – su cui il G20 non fa passi avanti, al momento – per dire che i Paesi più sviluppati devono “dare l’esempio” sulle riduzione delle emissioni.

Nel loro incontro a margine del vertice del G20 a Roma, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il suo omologo cinese Wang Yi hanno sottolineato “l’urgente necessità” di convocare al più presto un vertice dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite “per cercare una risposta efficace alle attuali sfide e minacce globali”.

Per conseguire pienamente l’obiettivo di una vera ed equa ripresa, tutti i leader del G20 hanno sostenuto che è necessario abbattere le diseguaglianze fra Paesi ad alto e basso reddito nella disponibilità e nella distribuzione dei vaccini. L’obiettivo posto dall’Oms prevede di vaccinare almeno il 40% della popolazione globale entro il 2021 e almeno il 70% della popolazione globale entro il 2022. L’obiettivo è stato annunciato dal Presidente Draghi nel suo discorso introduttivo ed è stato condiviso da tutti i leader. Oltre a donare dosi di vaccino ai Paesi a basso reddito, è necessario aumentare la capacità produttiva e il trasferimento tecnologico in zone come l’Africa, anche per aumentare la capacità di risposta ad eventuali emergenze sanitarie future. Rilanciando i principi adottati con la Dichiarazione di Roma in occasione del Global Health Summit, la presidenza italiana ha proposto “un rafforzamento della governance globale della salute per supplire all’insufficiente coordinamento tra le autorità sanitarie e finanziarie evidenziato dalla pandemia”.

Xi Jinping nel suo collegamento ha chiesto di rendere lo sviluppo globale “più equo, efficace e inclusivo per garantire che nessun Paese sia lasciato indietro”. Parlando in collegamento video al G20 di Roma, Xi ha affermato che la pandemia del Covid-19 ha portato molteplici crisi nel mondo, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, e che l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile ha di fronte sfide senza precedenti. Quanto alla pandemia, Xi, secondo i media ufficiali, ha proposto un’iniziativa di cooperazione globale sui vaccini, ricordando che Pechino ha fornito alla comunità internazionale 1,6 miliardi di dosi. “La stigmatizzazione del Covid-19 e la politicizzazione del tracciamento della sua origine vanno contro lo spirito di solidarietà verso la pandemia” ha detto il presidente cinese. Anche per questo, Xi, nel resoconto dei media ufficiali cinesi, ha sollecitato il G20 a praticare un “vero multilateralismo” e a promuovere la costruzione di una “comunità con un futuro condiviso per l’umanità”. Sul fronte climatico, Xi ha precisato che i Paesi a economia avanzata devono “accogliere pienamente le difficoltà e le preoccupazioni dei Paesi in via di sviluppo, attuare i loro impegni sui finanziamenti per il clima e fornire la tecnologia, le capacità e altro sostegno ai Paesi in via di sviluppo”.

“Alcuni paesi adottano un approccio protezionistico nei confronti dei vaccini per il Covid e non sono disposti a riconoscere e registrare i vaccini. L’OMS deve aumentare la velocità con cui analizza e autorizza i vaccini e le terapie contro il Covid”. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin intervenendo al G20 in teleconferenza. “Prima questo avverrà e prima riusciremo a far ripartire l’economia, ad esempio nel settore del turismo”, ha aggiunto. Putin, ha chiesto ai Paesi del G20 di accelerare il reciproco riconoscimento dei reciproci vaccini contro il coronavirus. La Russia ha messo a punto tre vaccini contro il coronavirus, tra cui lo Sputnik V, il primo vaccino al mondo approvato per l’uso di emergenza. “Vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che, nonostante le decisioni del G20, l’accesso ai vaccini e ad altre risorse vitali non è ancora consentito a tutti i Paesi che ne hanno bisogno. Questo è causato dalla concorrenza sleale, il protezionismo e il rifiuto da parte di alcuni Paesi, tra cui i membri del G20, di riconoscere reciprocamente i vaccini e i certificati vaccinali”. Il presidente russo ha parlato anche dei rischi economici globali, puntando il dito contro gli Usa: “I massicci deficit di bilancio di molti Paesi avanzati, Usa in testa, sono alla base delle spinte inflazionistiche globali di medio termine e dunque dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Questo pone un rischio per gli imprenditori e causa un aumento dell’ineguaglianza, dunque dovremmo stabilizzare le politiche monetarie e di bilancio”.

.La presidenza italiana ha deciso di inserire medici e infermieri nella foto di famiglia dei 20 Grandi, come riconoscimento del lavoro dei “first responders” del Covid.

Difficoltà evidenti sul nodo clima nel G20.  

Bilaterale fra Draghi ed Erdogan con “costruttivo scambio di vedute”  su “relazioni fra Ue e Turchia, la crisi afghana e la stabilità nel Mediterraneo”, con particolare attenzione alla Libia.  A  margine del G20 incontro  tra la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il presidente turco con  una stretta di mano tra i due.

Incontro tra Joe Biden  con la cancelliera tedesca Angela Merkel, con il presidente francese Emmanuel Macron e con il premier britannico Boris Johnson a margine del vertice G20 di Roma. Nella dichiarazione congiunta dei quattro si esprime “grave e crescente preoccupazione” per gli ultimi sviluppi in Iran con invito  al presidente iraniano Ebrahim Raisi a “cogliere l’opportunità e ad agire in buona fede per evitare una pericolosa escalation”.

Potrebbe presto esser risolta la lunga disputa commerciale sulle tariffe dell’acciaio e dell’alluminio che ha visto coinvolti gli Stati Uniti e l’Unione europea. Secondo quanto rivelano fonti alla Reuters, in base all’accordo che sarebbe imminente, i paesi della Ue potrebbe esportare – senza incappare in dazi – circa 3,3 milioni di tonnellate di acciaio all’anno negli Stati Uniti nell’ambito di un sistema di quote tariffarie. I volumi di importazione dell’acciaio più elevati sarebbero soggetti al pagamento di una tariffa, ma alcuni prodotti in acciaio sarebbero consentiti senza incappare nei dazi, a prescindere dai volumi delle quote.

Joe Biden nel suo intervento al G20, sottolinea “l’importanza dello storico accordo sulla minimum tax” per la quale “tutti i leader hanno mostrato il loro sostegno”. “Qui al G20, i leader che rappresentano l′80% del Pil del mondo – alleati come competitors – hanno reso chiaro il loro sostegno per una forte minimum tax globale. Questo è più di un semplice accordo fiscale, è la diplomazia che ridisegna la nostra economia globale e porta risultati ai nostri popoli”.

La difficoltà di trovare un compromesso sul taglio delle emissioni e sulla lotta al cambiamento climatico è dato in particolar modo da Cina e India che  rifiutano di impegnarsi ad azzerare le emissioni di gas serra, sostenendo che le loro economie, e molti altri Paesi in via di sviluppo, pagherebbero un prezzo troppo alto da una stretta sui combustibili fossili. La nuova bozza elimina i riferimenti alle “azioni immediate” necessarie a limitare l’incremento della temperatura globale a 1,5 gradi centigradi, come previsto dagli accordi di Parigi, e afferma che “per mantenere l’obiettivo degli 1,5 gradi a portata di mano occorreranno azioni significative ed efficaci da tutti i Paesi”. Ancora più significativa è l’eliminazione del riferimento al 2050 come termine entro il quale portare a zero le emissioni di gas serra. Nella nuova bozza si parla genericamente di “metà secolo”, una evidente concessione alla Cina, che ha chiesto di spostare l’obiettivo al 2060, e all’India, che non ha preso finora alcun impegno specifico. La Cop 26 di Glasgow, che inizierà subito dopo la conclusione del G20, non partirà sotto buoni auspici.

Mario Draghi nel suo intervento parla del supporto alle donne: “Insieme, abbiamo intensificato l’impegno del G20 per contrastare la disuguaglianza di genere nel lavoro, promuovere la leadership femminile e rimuovere tutte le barriere alla piena partecipazione delle donne nelle nostre società e nelle nostre economia.  Abbiamo promosso un maggiore accesso delle donne e delle ragazze alle cosiddette materie ‘Stem’ con una più equa distribuzione dei carichi domestici tra donne e uomini. Una società giusta inizia a casa e sul posto di lavoro”.

La rivoluzione tecnologica che il mondo sta attraversando richiede persone istruite adeguatamente e necessariamente specializzate. Le conoscenze tecnico-scientifiche richieste dall’industria 4.0 caratterizzano i percorsi di studi STEM, come le materie scientifiche, tecnologiche e corsi di ingegneria e matematica. Purtroppo, però, la popolazione femminile si sta trovando in parte esclusa da questo cambiamento epocale. I numeri parlano chiaro: nel mondo, meno di 4 laureati su 10 nelle materie STEM sono donne. Per questo motivo, anche in questo ambito si parla di un vero e proprio “gender gap”, sia di istruzione che lavorativo.

L’11 febbraio è stato scelto dalle Nazioni Unite per celebrare la Giornata internazionale delle donne nel campo della scienza. La parità di genere nell’educazione di primo e secondo livello è stata raggiunta: la popolazione femminile in Europa è addirittura più incline a intraprendere gli studi universitari. Eppure, il problema si trova nelle scelte e nella rappresentazione di genere nei determinati percorsi di studio, ossia in quelli delle materie STEM, acronimo inglese che indica scienze, tecnologia, ingegneria e matematica. È necessario affrontare il problema poiché rappresenta un tassello importante all’interno del “gender gap”, ovvero della disparità di genere, che ha conseguenze importanti sul futuro delle donne e della società.

I Paesi del g20 possono mettere a disposizione, con il Fondo monetario internazionale (fmi), 100 miliardi di dollari per la ripresa economica nei paesi che necessitano di sostegno. Lo ha riferito il presidente francese Emmanuel Macron, nel corso del g20 a Roma. La posizione è stata comunicata con un post sui social network. “Per una ripresa economica sostenibile nei paesi che necessitano del nostro sostegno, gli stati del g20 possono, con il fondo monetario internazionale, mettere a disposizione collettivamente cento miliardi di dollari” ha twittato. “La Francia è impegnata su questo. Altri paesi si stanno unendo a noi. Chiedo ai nostri partner di fare lo stesso”.

I leader del G20 sosterranno l’accordo Ocse sulla minimum tax globale per le multinazionali con aliquota al 15% e s’impegneranno ad attuarla entro il 2023. È quanto si legge nella bozza delle conclusioni della due giorni di vertice a Roma. “Chiediamo al quadro inclusivo Ocse/G20 di sviluppare rapidamente le regole e gli strumenti multilaterali concordati, al fine di garantire che le nuove regole entrino in vigore a livello globale nel 2023”. L’accordo propone di riassegnare parte del gettito fiscale delle imprese più grandi e con elevati tassi di redditività – inclusi giganti tech come Google, Amazon, Facebook, Microsoft ed Apple – ai Paesi in cui le vendite sono effettivamente realizzate (primo pilastro), a cui va aggiunta un’imposta minima effettiva globale per le società (secondo pilastro).

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