G20, per lotta alla fame e alla povertà. Meloni: ‘Non garantire cibo a tutti, ma una buona alimentazione’

Nella dichiarazione dei leader del G20 manca un impegno stringente sulle risorse per sostenere i Paesi in via di sviluppo per affrontare i cambiamenti climatici. Nel testo si riconosce genericamente “la necessità di catalizzare e incrementare gli investimenti da tutte le fonti e i canali per colmare il divario di finanziamento delle transizioni energetiche a livello globale, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo”. E i capi di Stato e di governo riaffermano inoltre “che quest’ultimi devono essere sostenuti nella loro transizione verso basse emissioni di carbonio”, con l’impegno a “facilitare i finanziamenti a basso costo per loro”.

Breve scambio tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente Usa Joe Biden: i due leader, riferiscono fonti in ambito G20, si sono intrattenuti brevemente durante il ricevimento offerto dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva a tutti partecipanti del summit di Rio de Janeiro.

Meloni aveva incrociato Biden anche nel primo pomeriggio quando, dopo il bilaterale con Justin Trudeau, si era incamminata a passo svelto con il primo ministro canadese per raggiungere i leader per la foto di famiglia. Nessuno dei tre è arrivato in tempo per partecipare al tradizionale scatto del summit.

Il primo ministro canadese Justin Trudeau si è congratulato con la premier Giorgia Meloni per il “successo della presidenza italiana del G7”, che il Canada assumerà nel 2025. Lo riferisce il governo canadese, in una nota sull’incontro tra i due leader avvenuto a margine del G20 di Rio de Janeiro. Trudeau ha riaffermato l’importanza di “un’ambiziosa agenda del G7 che garantisca la continuità tra le presidenze, affronti le sfide globali e fornisca risultati concreti”. I due leader hanno anche sottolineato la stretta relazione tra Canada e Italia e hanno avuto uno scambio di opinioni sulle sfide globali in corso, riaffermando il loro impegno a schierarsi con l’Ucraina contro l’aggressione della Russia nonché dell’importanza di promuovere la pace e la sicurezza in Medio Oriente.

Alla prima sessione della riunione, aperta dal presidente Luiz Inacio Lula da Silva col lancio dell’Alleanza globale contro la fame e la povertà, firmata con convinzione dall’Italia di Giorgia Meloni. Un’iniziativa che conta già 148 adesioni, inclusi 82 Paesi, con l’Argentina dell’ultraliberista Javier Milei che si è aggiunta all’ultimo momento seppure con numerosi caveat, dopo aver a lungo puntato i piedi.

Per l’Argentina i negoziati, raccontano fonti diplomatiche, sono state tutti in mano alla sorella di Milei, Karina, che lo ha accompagnato a Rio, nel primo vero faccia a faccia con Lula. Tra i due leader sudamericani c’è stata solo una gelida stretta di mano, nessun sorriso, giusto il tempo per una foto opportunity. L’anarcoliberista si è visto invece ridere e scambiare battute nella sala delle riunioni del Museo di arte moderna, sede del summit, col francese Emmanuel Macron. I due si sono visti alla vigilia a Buenos Aires. E forse nella decisione di Milei di aderire all’Alleanza globale contro la fame e la povertà – grande cavallo di battaglia del progressista Lula – c’è stato anche lo zampino del capo dell’Eliseo, amico del presidente brasiliano. D’altra parte anche dal Vaticano, in un messaggio al G20 Papa Bergoglio ha auspicato che l’Alleanza “possa avere un impatto significativo sugli sforzi per combattere fame e povertà”, a partire “dalla proposta della Santa Sede, che chiede di riorientare i fondi assegnati alle armi e ad altre spese militari verso un fondo globale”. Una proposta sostenuta anche dalla messicana Claudia Sheinbaum.

L’Italia è “in prima fila” nella lotta a fame e povertà, che va affrontata pensando “fuori dagli schemi” e senza imporre modelli “precostituiti”. Giorgia Meloni, mentre gli sherpa lavorano fino all’ultimo ai fianchi dell’Argentina, schiera Roma “convintamente” dalla parte di Luiz Inacio Lula da Silva e della sua Alleanza globale contro la fame e la povertà. Una sfida “tra le più ambiziose” che certo va combattuta, ha ribadito la premier, senza ricorrere al cibo sintetico che non farebbe che aumentare il gap tra Paesi ricchi e Paesi poveri, tra quei nord e sud del mondo che invece hanno destini “interconnessi” e devono mantenere il filo del “dialogo”. Meloni è chiara: la sfida non è garantire “cibo” per tutti, ma una buona alimentazione.

Per Meloni il G20 di Rio è ideale continuazione del G7 pugliese, soprattutto nel tentativo di aprire il consesso a quel Sud globale con cui bisogna evitare – il senso dei ragionamenti nella delegazione italiana – spaccature soprattutto in un momento così delicato per gli equilibri geopolitici.

Come accade in Medio Oriente dove l’Italia ha lanciato l’iniziativa Food for Gaza proprio per sostenere la popolazione palestinese con “47 tonnellate di prodotti di prima necessità”. Meloni si concentra comunque in particolare sull’Africa e sul Piano Mattei, che ha voluto come “pilastro” della sua politica estera. Chiede a Justin Trudeau di non dimenticare il continente africano tra le priorità del G7 nella prossima presidenza canadese, in un ideale passaggio del testimone. Meloni: la sfida non è garantire “cibo” per tutti, ma una buona alimentazione e ne affronta gli sviluppi anche con il principe ereditario di Abu Dhabi Sheikh Khaled bin Mohamed bin Zayed Al Nahyan, con cui sta organizzando un business forum tra imprese italiane ed emiratine attive nei Paesi africani. E se con il primo ministro canadese Meloni ha fatto un punto sul Piano d’Azione per la cooperazione rafforzata, firmato a Borgo Egnazia e già attivo sul fronte dell’Intelligenza artificiale, dello spazio e delle materie critiche, la premier ne firma uno ulteriore, con l’amico primo ministro indiano Narendra Modi.

“Una visione e una strategia a lungo termine sono necessarie per combattere efficacemente la malnutrizione”. Lo sottolinea il Papa in un messaggio al G20 auspicando che “la Global Alliance Against Hunger and Poverty possa avere un impatto significativo sugli sforzi globali per combattere la fame e la povertà. L’Alleanza potrebbe iniziare attuando la proposta di lunga data della Santa Sede, che chiede di riorientare i fondi attualmente assegnati alle armi e ad altre spese militari verso un fondo globale progettato per affrontare la fame e promuovere lo sviluppo nei paesi più poveri”. Il Messaggio del Papa è stato pronunciato dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin.

Per il Papa “è motivo di grande preoccupazione che la società non abbia ancora trovato un modo per affrontare la tragica situazione di coloro che affrontano la fame. L’accettazione silenziosa della carestia da parte della società umana è una scandalosa ingiustizia e un grave reato”. E’ quanto sottolinea il Pontefice in un messaggio al G20 pronunciato dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. Papa Francesco sottolinea che “coloro che, attraverso l’usura e l’avidità, causano la fame e la morte dei loro fratelli e sorelle nella famiglia umana stanno commettendo indirettamente un omicidio”.

Il Papa chiede al G20 che siano “intraprese azioni immediate e decisive per sradicare il flagello della fame e della povertà. Tale azione deve essere intrapresa in modo congiunto e collaborativo, con il coinvolgimento dell’intera comunità internazionale. L’attuazione di misure efficaci richiede un impegno concreto da parte dei governi, delle organizzazioni internazionali e della società nel suo insieme. La centralità della dignità umana donata da Dio a ogni individuo, l’accesso ai beni di base e l’equa distribuzione delle risorse devono essere prioritarie in tutte le agende politiche e sociali”. Papa Francesco – nel Messaggio pronunciato dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin – evidenzia che “l’eradicazione della malnutrizione non può essere ottenuta semplicemente aumentando la produzione alimentare globale. In effetti, c’è già cibo a sufficienza per sfamare tutte le persone sul nostro pianeta; è semplicemente distribuito in modo ineguale”. Quindi il pontefice pone l’accento sullo spreco alimentare: “Affrontare lo spreco alimentare è una sfida che richiede un’azione collettiva. In questo modo, le risorse possono essere reindirizzate verso investimenti che aiutano i poveri e gli affamati a soddisfare i loro bisogni di base”.

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